Elmas, l’Enac replica a Cellino: la nostra posizione non è cambiata
«Se ci invitano alla conferenza di servizi, ribadiremo il parere»
GIUSEPPE CENTORE
CAGLIARI. «Ma con quale Enac ha parlato? Certo non con noi. La nostra posizione sul nuovo stadio è irrevocabile. Impossibile dare il via libera alla Karalis Arena».
L’ingegner Alessandro Cardi è il responsabile della direzione centrale degli impianti aeroportuali dell’Enac. È il suo ufficio che analizza e interviene su tutto ciò che riguarda la sicurezza delle infrastrutture a terra, fornisce pareri preventivi e controlla che la complessa normativa legata al traffico aereo trovi puntuale applicazione in tutti gli scali italiani. La questione stadio nell’area di Santa Caterina, confinante con il perimetro dell’aeroporto, per l’Enac si è chiusa a luglio. Definitivamente. «Abbiamo inviato il nostro parere negativo e da allora la pratica è stata, come dire, archiviata. Sappiamo che il Comune di Elmas aveva espresso perplessità perché avevamo espresso un parere non richiesto, e adesso risponderemo, sempre nell’ottica della massima collaborazione, all’ente locale che è buona prassi della pubblica amministrazione inviare pareri su questioni attinenti i compiti degli uffici, a maggior ragione se il parere, come in questo caso, era stato invece a noi richiesto». Le rassicurazioni di Cellino, e del sindaco di Elmas Walter Piscedda evidentemente non hanno convinto i dirigenti dell’Enac. «Guardi - ammette Cardi come infastidito da un curioso tira-e-molla con il Cagliari e il Comune - il problema non è il progetto, anche bello e accattivante da un punto di vista architettonico; il nostro non è un giudizio sul progetto dello stadio, ma sulla sua posizione relativa a un insediamento che prevede una normale attività aeroportuale. Su questo punto non sono possibili compromessi, modifiche di luci o altezze assolute. In quell’area uno stadio non si può fare per mille motivi, intuibili anche a un profano. espresso dinieghi altrove, lo abbiamo fatto anche per Elmas, senza posizioni aprioristiche. Se si fosse trattato di un aeroporto di aviazione generale con traffico leggero, i nostri parametri sarebbero stati diversi, ma con quell’aeroporto non sono possibili altre decisioni». La significativa capacità persuasiva del presidente del Cagliari nel mondo degli affari in questo caso rischia di cozzare contro un muro di cemento armato. La struttura tecnica di Enac, il vero cuore dell’ente governativo, una volta assunto un parere, condiviso chiaramente dai massimi vertici dell’ente, difficilmente fa marcia indietro, a meno che non si verifichino fatti significativi e nuovi, che a tutt’oggi non si intravvedono. Cellino ha ripetuto che non c’è un “piano B”, che lo stadio nascerà a Santa Caterina e che i lavori partiranno a primavera. Il sindaco di Elmas ha ribadito che la pre-conferenza dei servizi verrà convocata entro una ventina di giorni, a cui seguirà la conferenza vera e propria con tutti gli enti interessati. «Contiamo di chiudere entro gennaio», ha ribadito Piscedda. «Naturalmente se invitati alla conferenza vi parteciperemo, e ribadiremo con serenità il nostro parere - conclude Cardi - che abbiamo già formalmente espresso. Il Comune di Elmas ha il diritto di indire la conferenza dei servizi, se poi riterrà opportuno farla o meno è questione che attiene a loro non a noi». Rimane inevasa a questo punto solo una domanda: come mai Comune e società sono andati avanti col progetto dello stadio in quell’area quando erano a conoscenza del parere ostativo di Enac?
IL GIURISTA
«Un’autorità incontestabile»
CAGLIARI. Massimo Deiana, oltre a essere preside di Giurisprudenza, è anche uno dei massimi esperti di diritto della navigazione nel nostro paese. Consulente per la Regione sulle gare per la continuità territoriale ha avuto rapporti professionali molto stretti anche con lo stesso Enac. Il suo parere non tranquillizza Comune e Cagliari Calcio. «Il codice della navigazione non lascia spazio a dubbi. Enac agisce come unica autorità di regolazione tecnica, certificazione e vigilanza e controllo nel settore dell’aviazione civile, mediante le proprie strutture centrali e periferiche. Il suo parere non è in alcun modo scavalcabile, e se l’ente ritiene che lo stadio eserciti una funzione di moltiplicatore del coefficente di rischiosità dell’aeroporto, c’è una sola cosa da fare: costruirlo altrove. Il resto sono parole al vento».