Non passa in Parlamento l’emendamento del Pd sul decreto Tirrenia
PORTO CANALE Allarme fra i parlamentari sardi per il rischio di una ulteriore caduta di competività degli scali
CAGLIARI. La situazione è disperata, per porti come Cagliari in particolare già «minacciati» dagli armatori di abbandono se i costi non diventeranno più contenuti. Il decreto legge Tirrenia in discussione in Parlamento non è stato emendato con la proposta del Pd, primo firmatario il senatore Francesco Sanna, che dava la possibilità nella pratica ai porti italiani di transhipment di abbattere le tasse di ancoraggio. La storia è questa: a febbraio il Governo autorizza gli scali a non far pagare le tasse di ancoraggio, se si fossero trovati nella condizione economico-amministrativa di farlo. Il punto è che non potendo ridurre gli oneri dovuti allo Stato, le autorità dovevano cercare nelle pieghe del proprio bilancio la possibilità di pareggiare i conti. Tutti i presidenti delle autorità portuali si sono mossi per segnalare l’impossibilità dell’operazione senza un sostegno politico-amministrativo. L’emendamento di Sanna, Giampiero Scanu e Antonello Cabras andava in questo senso. Sanna: «Si tratta di accogliere la possibilità che i porti italiani, senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato, e utilizzanod i loro avanzi di ammnistrazione non vincolati, potessero tentare di mantenere i grandi operatori del transhipment dal migrare verso i porti container di Malta, Tangeri e Algesiras, praticando sconti sulle tasse di ancoraggio, che i porti concorrenti a quelli italiani non impongono. La proposta - continua il senatore - è stata respinta senza motivazioni e senza che il Governo offrisse indicazioni credibili sulla approvazione di provvedimenti legislativi che in breve termine risolvano le obiezioni del ministero dell’Economia alla piena applicazione della legge 25 del 2010». Addirittura, dietro le quinte si è visto chiaramente che il ministro dell’Economia ha in qualche modo messo a tacere il collega alle Infrastrutture, molto deciso a sostenere il provvedimento necessario in un momento di concorrenza enorme. In uno studio dell’Eurispes è stato indicato esattamente cosa occorre per uscire dalla crisi, tra i provvedimenti gli sconti sulle tasse di ancoraggio apparivano in linea perfetta. Sanna: «Si crea così il paradosso: le autorità portuali che da tempo hanno avviato il risanamento dei loro conti, realizzando risparmi negli anni precedenti al 2010 e 2011, non potranno utilizzarli per favorire il loro posizionamento competitivo nel Mediterraneo. Le gestioni ieri meno rigorose potranno avvantaggiarsi tentando di concentrare i risparmi nell’esercizio in corso e nel prossimo, con una grande incertezza, tuttavia, su quanto effettivamente investire nella riduzione delle tariffe e la impossibilità di determinarne con precisione l’entità... non vorremmo che l’inerzia politica di oggi (di Lega, Pdl e finiani) la paghino nel frattempo i lavoratori dei porti più esposti alla concorrenza». (a.s.)