Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Molentargius, arrivano 20 milioni

Fonte: L'Unione Sarda
23 settembre 2010

La Regione finanzia alcuni progetti del Comune: 5,1 milioni per il Parco della musica e 150 mila euro per il campus diffuso

Sì ai fondi per la ripresa della produzione delle saline
Finanziata un'idea più volte annunciata e mai concretizzata: far riprendere a produrre le saline e recuperare gli edifici a fini turistici.
Venti milioni per la valorizzazione del compendio Molentargius, Saline, Poetto, 5,1 per il Parco della musica, 150 mila euro per progettare interventi che conducano alla realizzazione di un campus universitario diffuso.
Il Comune ha chiamato, chiedendo fondi per i progetti strategici per il futuro, la Regione amica ha risposto contribuendo ad eliminare qualche incognita su due opere faraoniche - i due parchi - finora incompiute anche per assenza di fondi. E dando un briciolo di sostanza all'idea del sindaco di realizzare un campus universitario diffuso. Questo significa due cose: si prende atto del fatto che Cagliari, con 36 mila studenti, è una città universitaria, si fa un piccolo passo avanti (mettendola su carta) verso la trasformazione di parte del centro storico in cittadella universitaria e forse si abbandona definitivamente il progetto del campus di viale la Playa, finanziato dalla Giunta Soru, e infine bocciato dal Comune nonostante un accordo di programma con viale Trento.
PARCO DI MOLENTARGIUS I progetti finanziati sono stati richiesti dal Comune e inseriti nel Programma regionale di sviluppo, figlio del dialogo tra Regione e territori. I fondi più consistenti sono stati destinati al “Progetto di valorizzazione e tutela del compendio Molentargius, Saline, Litorali”. Si tratta di venti milioni (due nel 2010, 6 per ciascuno dei tre anni successivi) che dovranno essere utilizzati innanzitutto per dare gambe a un'idea più volte annunciata ma mai concretizzata: far riprendere a produrre le saline e recuperare sia gli edifici un tempo occupati dai dirigenti e da dipendenti, che ospiterebbero stabilimenti termali e strutture ricettive, sia le strutture sportive e quelle culturali. Ma Comune e Regione intendono anche sistemare il parco a verde e migliorare l'accessibilità, in particolare le connessioni tra Cagliari e Quartu e puntano a una per ora generica “valorizzazione e tutela del sistema ambientale e paesaggistico” e a una rivalutazione del compendio Molentargius a fini didattici e turistici.
Il problema, in questo ambito, è l'attuale assenza di governo del parco dopo le dimissioni dell'ex direttore Mariano Mariani (ora nello staff di Ugo Cappellacci) e la decadenza da presidente dell'ex presidente Gigi Ruggeri dopo la non rielezione a sindaco di Quartu.
IL PARCO DELLA MUSICA Altri 5,1 milioni sono destinati, seppure indirettamente, al Parco della musica. Il progetto si chiama “Smart business factory” e l'idea è di realizzare attività imprenditoriali innovative attorno all'attività di maggiore produzione culturale della Sardegna. Si tratta di fondi che dovrebbero riempire di contenuti, seppure per ora generici, il progetto concepito all'inizio dell'era Floris, nel 2001: riqualificare un quartiere ricco di cemento e povero di spazi (Fonsarda) e nel contempo creare un Parco della musica che sfruttasse le potenzialità e l'immagine del teatro per creare imprese e occupazione. Come? «Anche grazie al recupero di volumi esistenti, vorremmo si realizzassero infrastrutture in grado di consentire sia la localizzazione di imprese che la presenza di spazi di servizi comuni», spiega l'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa. Nessun dettaglio in più perché, spiegano in viale Trento, tutti i progetti verranno dettagliati nei tavoli tematici.
CAMPUS UNIVERSITARIO I 150 mila euro destinati allo studio del “Campus della conoscenza e dell'interculturalità” rappresentano invece una svolta rispetto al passato. Finanziati e accantonati i campus in via Is Maglias e di viale La Playa, il Comune punta sul “campus diffuso”. L'obiettivo è acquisire e recuperare edifici dismessi a Stampace alta, Marina e Castello e trasformarli in residenze che gli studenti potranno abitare nei periodi di studio. Il piano dovrà indicare un modello di gestione di questi edifici sia quando sono abitati dagli universitari che d'estate quando, ad esempio, potrebbero essere destinati ai turisti. C'è un'ipotesi complementare: il campus diffuso dovrà favorire la coabitazione tra anziani soli autosufficienti e studenti fuori sede. Significa che lo studente, in cambio di vitto e alloggio a casa dell'anziano proprietario, fornisce servizi domestici e contribuisce alle le spese.
FABIO MANCA

23/09/2010