Per non sforare il patto di stabilità, il Comune non liquida il dovuto a molte piccole imprese
A monte c’è la Regione che ha chiuso i trasferimenti
Tredici milioni è la somma che manca all’amministrazione
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Da un lato c’è il blocco dei trasferimenti, dall’altro il patto di stabilità. Il risultato è che a farne le spese sono le imprese, per lo più i piccoli imprenditori che, in parte, hanno già fatto lavori e interventi in varie parti della città: quelli di manutenzione nell’ex Lazzaretto, ad esempio, terminati ma non pagati, o quelli in via Nazario Sauro, ugualmente con difficoltà di liquidazione.
Secondo alcuni calcoli fatti dal Comune, che mettono in relazione i soldi che probabilmente non arriveranno da parte della Regione e quelli che invece dovranno uscire, il piatto piange per tredici milioni. Il governo dell’isola è alle prese con lo sforamento del patto di stabilità, da cui il blocco dei fondi agli enti locali, tra cui Cagliari, per spese che questi avevano già impegnato. E così il Comune si trova tra l’incudine e il martello: da un lato non riceve dalla Regione, dall’altro non può spendere somme che pensava di ricevere. Da qui alcune lettere dei dirigenti municipali delle finanze e della contabilità, che mettono le mani avanti e dicono alt: se non hai più le risorse (anche se, inzialmente, coperte da fondi regionali) non puoi fare i pagamenti. Ed ecco che così saltano iniziative culturali, spese di manutenzione, di cura del verde ecc.
Per porre una pezza l’altro ieri c’è stata una riunione della commissione comunale apposita in cui si è detto che per trovare i soldi per pagare chi ha già realizzato un determianto lavoro commissionato dal Comune, quest’ultimo dovrà limitare tutta un’altra serie di spese. E questo creerà altri problemi perchè sottrarrà risorse e indebolirà diversi altri settori.
Non solo «il Comune vanta un credito di circa cento milioni di euro dal ministero dell’Interno per gli anni che vanno dal 1998 al 2001», sottolinea Ninni Depau, capo gruppo del Pd in consiglio comunale e primo firmatario di una interrogazione urgente sul «blocco dei pagamenti alle imprese». Ma secondo Depau «in una situazione di grave difficoltà da parte delle imprese locali, impedire che vengano pagati anche lavori già fatti, è molto grave. Per questo non è sufficiente dire che la responsabilità è a monte, bisogna che il Comune intervenga urgentemente. Vi è il rischio che in un tessuto debole come quello cagliaritano e sardo, il blocco dei pagamenti per opere già realizzate possa portare alla chiusura di numerose aziende locali».
Da qui la richiesta di intervenire da parte dell’amministrazione con un fondo di garanzia per le aziende (per impedire alle banche di tagliare i finanziamenti), o di accordi per l’acquisto dei crediti. Inoltre, è proprio nei momenti di criticità che si «vedono le pecche - continua Depau - il Comune è infatti il Municipio con maggiori spese correnti pro capite annuali, circa milletrecento contro la media di mille nazionali. E questo significa che se venisse attuato un piano organico di contenimento di questa spesa, si potrebbero liberare risorse per gli investimenti, che sono poi quelli che ora non vengono pagati». Insomma, per l’opposizione comunale, «è allarme rosso: bisogna intervenire subito prima che sia troppo tardi e le imprese e, sopprattutto, le più piccole inizino a chiudere».