Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Anche i dipendenti si sacrifichino»

Fonte: L'Unione Sarda
22 settembre 2010

Intervista. Parla Maurizio Pietrantonio, sovrintendente uscente del Teatro lirico

La richiesta: «Ho ridotto il mio stipendio, ora tocca a loro»
«Io ed i vertici del teatro ci siamo ridotti gli stipendi del 20% e, se dovessimo essere confermati, saremmo pronti ad un ulteriore taglio. Ma in questo contesto di crisi se i sindacati non accetteranno di trattare sul nuovo contratto incrementando la produttività e accettando le plurimansioni difficilmente usciremo dalla crisi».
Maurizio Pietrantonio, sovrintendente uscente della Fondazione del teatri lirico, è a Roma «a sbrigare faccende personali». Decaduto ieri dall'incarico assieme a parte del consiglio di amministrazione, potrà amministrare il teatro ancora per 45 giorni in attesa della nomina dei rappresentanti del ministero della Cultura e della Regione nel cda. Sarà il nuovo organo amministrativo a decidere se confermare o no nel suo incarico il violinista di origini campane.
IL SOSTEGNO DI FLORIS C'è il via libera del sindaco Emilio Floris, presidente della Fondazione, che lunedì ha dichiarato pubblicamente il suo apprezzamento per il suo lavoro, e il sì scontato dei due rappresentanti nominati dal Comune. Non quello dei sindacati, Uil a parte, che hanno ribadito anche ieri l'appello per la non riconferma dei vertici del teatro. «Serve un manager vero, che programmi, non uno che deve ogni volta bussare alle porte dei politici per chiedere fondi», è la loro posizione. «Eppoi nel 2004 ha ereditato da Mauro Meli un debito patrimoniale di 26 milioni di euro ed oggi siamo più o meno lì: a che cosa è servito?»
BILANCIO IN PAREGGIO Lui si schernisce, conferma di essere «a disposizione per un ulteriore mandato» e replica con un dato inconfutabile: «Il nostro è l'unico teatro italiano che dal 2004 ha approvato sei bilanci in pareggio in un contesto di tagli costanti ai fondi e che è riuscito a mantenere una qualità e una quantità costante nelle produzioni artistiche. Sfido chiunque a trovare una recensione negativa di un nostro spettacolo». Argomento interessante, considerata la situazione disastrosa delle Fondazioni italiane, alcune delle quali commissariate, altre sull'orlo del baratro.
CONTRIBUTI SALTATI «Ricordo che grazie ai nostri risultati ci era stato garantito dallo Stato un contributo ulteriore di 5,2 milioni e che, al contrario, ci sono stati tagliati 2,6 milioni». Dunque, salvo miracoli, questo sarà il primo anno in cui il bilancio chiuderà in rosso.
Di quanto? Il due settembre scorso il cda ha dato mandato alla dirigenza di contenere al massimo le perdite d'esercizio ed è stata concordata la rimodulazione urgente del programma 2011. «A parte la riduzione degli stipendi dello staff dirigenziale», spiega il sovrintendente uscente, «saranno rivisitati tutti i cachet degli artisti. Il cast di Cenerentola, per dire, ha accettato un taglio del 50 per cento. In questo modo risparmieremo circa 800 mila euro». Significa che il rosso sarà di 1,8 milioni. «Ma non disperiamo in una reintegrazione. L'anno scorso, ad esempio, anche per aver garantito ai precari di lavorare più a lungo possibile rischiammo un deficit che recuperammo in extremis grazie all'aiuto di Comune e Regione». Ora, però, sarà difficile far quadrare i conti senza chiedere sacrifici al personale, compresi i 63 precari.
SINDACATI CRITICI E sono state proprio le modalità scelte da Pietrantonio per limare il deficit a riaccendere la miccia sindacale. Cgil, Cisl, Cisal, Snatrer e Css hanno contestato le ripercussioni sull'occupazione delle decisioni assunte ed hanno annunciato due giorni di sciopero, il primo in occasione della prima di Cenerentola, che aprirà la stagione lirica l'8 ottobre. «Mi chiedono di risparmiare sui nuovi allestimenti e utilizzare quelli che abbiamo? Quando si può fare lo facciamo: creando una sinergia col Bolshoi, ad esempio, abbiamo risparmiato molto. Il costo vero è il personale», attacca Pietrantonio. «Occorre uscire dall'ingessatura delle attuali regole del lavoro, come peraltro suggerito dal Ministero con le linee guida per il rinnovo del contratto nazionale. Dobbiamo introdurre la plurimansionalità, ci deve essere più flessibilità negli orari. Solo così», sottolinea, «si risparmierebbero risorse per continuare a garantire la qualità delle produzioni».
«NON È UN RICATTO» Tutto ciò per alcuni ha una definizione: ricatto. «Non lo è: la dirigenza per prima ha fatto un passo indietro, ora tocca al personale. Devono capire che i soldi saranno sempre meno, che n futuro, come tutti sanno bene, sarà sempre più difficile. Per questo è corretto trattare ma evitando di attaccare un vertice del teatro che si è contraddistinto per tenuta dei conti e produzioni di qualità. Tutti lavoriamo nell'interesse del teatro lirico».
«GRAZIE ALLA CITTÀ» Assieme a soprintendente, direttore artistico e parte del cda della Fondazione cagliaritana, in questi giorni vanno a scadenza i vertici dei teatri di Bologna, Trieste e Venezia. Così come alcuni si sono candidati per dirigere il teatro cagliaritano, c'è chi dice che Pietrantonio abbia presentato la sua candidatura altrove. Lui smentisce: «Sono stato fedele a Cagliari e sarei felice di restare. Ma sono disposto anche ad andar via se mi chiederanno di mettermi da parte. Ringrazio cda e il sindaco per l'apprezzamento che mi ha manifestato e il sostegno che mi ha garantito. Con loro ho creato rapporti importanti. Se non sarò più soprintendente, Cagliari resterà sempre un punto di riferimento nella mia vita».
FABIO MANCA

22/09/2010