Teatro. Da ieri scaduti il soprintendente Pietrantonio (che punta al terzo mandato) e parte del consiglio di amministrazione
I sindacati: no alla riconferma. Floris: hanno lavorato bene
Da ieri il Teatro lirico è senza governo. Il soprintendente della Fondazione, Maurizio Pietrantonio, è decaduto assieme al direttore artistico Massimo Biscardi e parte del consiglio di amministrazione.
Da ieri il Teatro lirico è senza governo. Il soprintendente della Fondazione, Maurizio Pietrantonio, è decaduto assieme al direttore artistico Massimo Biscardi e parte del consiglio di amministrazione, ad eccezione dei due rappresentanti del Comune, in carica sino al 2012. Non si sa chi sarà il successore del numero uno, che sarà nominato dal nuovo cda. Si sa che Pietrantonio punta alla terza conferma (è in sella dal 2004) ma che Cgil, Cisl, Cisal, Snater e Css (la Uil ha posizioni differenti) si oppongono e chiedono che l'attuale intera direzione vada via.
Non che sia una novità, visto che la guerra è in corso da anni e si è inasprita, con una breve parentesi, dalla fine dell'anno scorso. Per i sindacati i vertici della Fondazione sono «totalmente inadeguati» a gestire il teatro e sono «privi di idee ed entusiasmo». E infatti hanno confermato due giorni di sciopero, il primo dei quali bloccherà la prima di “Cenerentola”, ed hanno chiesto un incontro urgente con il sindaco, che presiede la fondazione ed è «l'unico interlocutore in carica, visto che il consiglio di amministrazione è scaduto».
Vero è che rispetto alle altre fondazioni, alcune delle quali commissariate per debiti, quella di Cagliari è tra le più virtuose. Peccato che il governo non solo non abbia accreditato i 5,2 milioni di extra Fus (il Fondo unico per lo spettacolo) che aveva garantito a Cagliari come premio per la sua virtuosità (soldi inseriti in bilancio), ma abbia tagliato 2,6 milioni.
Di sicuro sulla principale fabbrica di cultura della Sardegna - un bilancio di 24 milioni, un consistente debito patrimoniale e circa 300 dipendenti tra fissi e a tempo determinato - si addensano nubi grigie: che ne sarà della qualità della programmazione e del decentramento? Con quali soldi funzionerà il Parco della musica, opera pubblica faraonica in via di conclusione e connessa al teatro?
INCONTRO CON FLORIS I sindacati, che hanno chiesto un incontro al presidente della Fondazione, Emilio Floris, hanno tutte queste preoccupazioni. Ma anche un'altra: la conferma dei 60 precari con contratti in scadenza. Per Cgil, Cisl, Cisal, Snater e Css «la decisione di togliere dalle opere liriche la fondamentale componente scenica, riducendole a una mera esecuzione musicale e provocando ripercussioni nell'occupazione, senza mettere in discussione la presenza nel cartellone di artisti di richiamo ma onerosi dal punto di vista finanziario, è il segnale evidente di una resa», tuona Rossella Diana, segretaria della Slc-Cgil. Secondo i sindacati «non c'è un piano industriale o un'idea di programmazione per il 2011 per rilanciare la più importante organizzazione culturale della Sardegna e, nello stesso tempo, contenere i costi. L'investimento sulle risorse interne del teatro e sui tanti lavoratori precari che, da anni, operano all'interno della stessa struttura garantirebbe la qualità e consentirebbe un risparmio, senza alcun taglio a personale e produzioni».
NO DI FLORIS Il sindaco non sembra disponibile a trattare sul personale («per le rivendicazioni di categoria esistono tavoli di trattativa nazionali»), chiede ai sindacati «senso di responsabilità», annuncia l'arrivo di sei milioni dalla Regione per il Parco della musica («non siamo fermi») e anticipa che, se la candidatura di Pietrantonio sarà confermata, la sosterrà: «Per quanto mi riguarda non ci sono motivi ostativi alla sua riconferma. In un contesto di gravi difficoltà si è districato molto bene».
Una dichiarazione che non suona esattamente come un segno di distensione con i sindacati. «Siamo pronti ad ascoltarli, ma non mi piacciono le esternazioni capziose di chi non si accorge che la nave è in difficoltà e vorrebbe andare avanti come se nulla fosse. Agirò come sempre con senso di responsabilità perché so che cosa rappresenta il teatro per la città e per l'isola e non vorrei vederlo commissariato ma vorrei che i sindacati avessero lo stesso atteggiamento», aggiunge Floris. «In questo momento serve una forte coesione».
LETTERA AL MINISTRO Stamattina Floris invierà al ministero della Cultura e alla Regione una lettera con la richiesta di reintegro dei componenti del consiglio di amministrazione. Poi convocherà il nuovo cda che eleggerà tra i suoi componenti il nuovo numero uno.
FABIO MANCA
21/09/2010