LUNEDÌ, 20 SETTEMBRE 2010
Pagina 3 - Fatto del giorno
Assemblee in otto piazze, avviata la campagna referendaria per cancellare l’ente
SILVIA SANNA
SASSARI. Otto assemblee in altrettante piazze, gazebo e volantini per promuovere il concetto di «acqua libera e vicina» e raccogliere il maggior numero di firme: indispensabili per costituire un comitato referendario che dovrà elaborare i quesiti. Obiettivo: abbattere l’«idromostro» Abbanoa e restituire la gestione dell’acqua agli enti locali, comuni e province. È un ritorno al passato rivisitato quello immaginato da «Democrazia sull’acqua», organismo nato da un’idea del presidente della provincia di Nuoro Roberto Deriu. Sino a cinque anni fa c’erano quattro principali gestori del servizio idrico nell’isola: Govossai, Esaf, Sim e Siinos. Alcuni vantavano bilanci perfetti, altri viaggiavano in perdita per colpa di bollette non pagate o non emesse. Mamma Abbanoa ha inglobato tutto: unico gestore in un unico ambito territoriale, che ricalca i confini della Regione. Anche la tariffa è diventata unica, e nonostante l’importo medio sia tra i più bassi d’Italia, le bollette a molti zeri sono all’ordine del giorno, tra conguagli e conteggi clamorosamente sbagliati. Il risultato, dicono i promotori del comitato, è una gestione complessiva assolutamente insoddisfacente, che non ha risolto i problemi ma anzi ne ha creato di nuovi dove il sistema funzionava alla perfezione: gli utenti pagavano le bollette, avevano l’acqua e sapevano a chi rivolgersi in caso di necessità. Le colpe sono di Abbanoa e di chi, pur non avendone l’autorità, detta legge all’interno dell’ente. Ecco perchè, tra quattro quesiti referendari in fase d’elaborazione, due puntano a scardinare i super poteri della Regione. Il primo passo sarà l’abolizione della delibera regionale che ha sospeso l’elezione dei componenti dell’Autorità d’ambito, cioè i rappresentanti degli enti locali, e aperto la strada al commissariamento dell’organismo. Il secondo quesito riguarderà l’abolizione del controllo che la Regione esercita arbitrariamente su Abbanoa, gli altri due quesiti saranno invece consultivi: ai sardi si chiederà di pronunciarsi sull’opportunità che esista un unico ambito territoriale ottimale e un unico ente gestore del servizio idrico.
Ieri, nelle otto piazze (Sassari, Nuoro, Cagliari, Oristano, Tempio, Iglesias e Serramanna) non c’è stata ressa davanti ai gazebo. Sintomo evidente che sull’argomento le idee non sono chiare: se da una parte Abbanoa è riuscita a scontentare tutti o quasi, dall’altra l’idea di ripristinare un sistema simile al passato lascia ancora perplessi. In alcune piazze (come a Sassari) il dibattito è saltato, sostituito da un confronto tra i promotori dell’iniziativa e le persone che si avvicinavano incuriosite. Tante, comunque, le firme raccolte. Per i referendum ne basterebbero 10mila, ma l’obiettivo di «Democrazia sull’acqua» è arrivare a quota 50mila. Sono 1milione400mila, invece, le firme depositate per il referendum nazionale contro la privatizzazione del servizio idrico. In questo caso non ci sono dubbi. L’ingresso dei privati porterebbe all’aumento delle tariffe: la battaglia contro il lievitare delle bollette mette tutti d’accordo.