Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quando le favole aiutano i volontari a curare i bambini

Fonte: L'Unione Sarda
20 settembre 2010

Abos. Festa per i 20 anni



Urla, sorrisi e il vociare festoso di bambini. Questo il clima che ieri, dalle nove del mattino fino a tarda sera si respirava nel parco dell'ex Vetreria di Pirri, dove l'Associazione bambini ospedalizzati Sardegna ha celebrato i primi vent'anni di attività con una festa e un convegno nel parco dell'ex vetreria di Pirri.
CONVEGNO In una sala convegni gremita di ragazzi, genitori e volontari Luciana Marotta, fondatrice e presidente dell'Abos, e Gabriella Nardi, direttore sanitario dell'ospedale Microcitemico, hanno presentato il convegno dal titolo “Dar voce all'esperienza. Le pratiche dell'aver cura”.
RICORDO In entrambi i loro interventi hanno ricordato Marisa Palomba, per tanti anni psicologa del Microcitemico. «È lei - racconta Luciana Marotta - che ha sostenuto e aiutato a crescere l'Abos».
IL VECCHIO E IL NUOVO Ha aperto le relazioni Gabriele Porcu, della Clinica pediatrica dell'Azienda ospedaliero universitaria, illustrando, anche con delle fotografie, il cambiamento radicale del suo reparto. Dagli anni '80, quando nelle corsie dominavano il grigio freddo e asettico, a oggi, con i giochi e i muri disegnati, più a misura di bambino.
LA NARRAZIONE Ha proseguito Mara Durante, docente supervisore della facoltà di Scienze della formazione primaria dell'Università di Cagliari, che ha ricordato l'importanza della narrazione di fiabe per i bambini ospedalizzati. Ha proseguito in questo stesso solco la psicologa del Microcitemico, Patrizia Montisci, che ha letto quattro storie tratte dal libro di Ermanno Bencivegna, La filosofia in 42 favole .
L'ASCOLTO L'importanza dell'ascolto è invece stata sottolineata dalla neuropsichiatra Manuela Pintor: «in modo particolare quando si ha a che fare con bimbi molto vivaci».
IL RACCONTO Ha chiuso il convegno Giulio Murgia (nella foto), Oncologo pediatra del Microcitemico. Esordisce ricordando quando «ci si preoccupava solo della malattia, non del bambino». Mentre oggi ci si sta avvicinando «alla cura globale. Anche se tanto c'è ancora da fare». Glielo ricorda, interrompendolo, una nonna che avuto la nipotina in cura per una leucemia: «Per la puntura midollare non le facevate neanche l'anestesia».
La giornata si è chiusa all'insegna della commozione per le storie personali raccontate da tanti ex pazienti curati da Murgia e assistiti dall'Abos. E dal ricordi di pochi altri, che non potevano essere presenti ieri, ma che rimarranno per sempre nei cuori di tutti i volontari Abos.
MARIO GOTTARDI

20/09/2010