La pacifica invasione all'ingresso della Fiera inizia di buon'ora
Un esercito di appassionati a caccia di un posto in prima fila
La pacifica invasione dell'esercito di fan inizia di buon'ora. Una nutrita pattuglia di aficionados sbarca davanti ai cancelli della Fiera alle 7 del mattino. Ragazzi e ragazze pronti a combattere con i denti per assicurarsi un posto in prima fila. Anche se poi c'è chi è lì da prima. Un gruppo di “duri e puri”, giovedì ha piazzato le tende sull'asfalto dormendo in sacco a pelo per due notti in attesa del grande giorno. Persone approdate nell'Isola un po' da tutta Italia.
«UNA FEBBRE ALTA E BELLA» Samuele Ciampichetti, di Iesi, in provincia di Ancona, lavora nelle discoteche di Gabicce Mare come direttore di sala e le sue ferie le spende per seguire ogni concerto del rocker di Zocca: «Sono partito da Treviso e in questi giorni mi sono accampato qua davanti. Vasco è una febbre alta e bella». Alessandro Ciappei invece arriva da Bologna, ma è nato a Milano. Ha trentacinque anni e di mestiere fa il consulente informatico. Ha il corpo tatuato, una bandana in testa. I suoi 90 chili e i 146 concerti di Vasco appuntati idealmente sul petto, ne fanno un “appassionato di peso” superdecorato: «Lo seguo da quando avevo dieci anni, da allora è stata una escalation. Prima facevo anche venti date all'anno, ora invece un po' meno. Ho preso parte pure al tour europeo del '96». A mezzogiorno il caldo si fa appiccicoso e soffocante.
LA PIOGGIA Il cielo diventa plumbeo e qualche gocciolone inizia venir giù. Ma niente paura. I soldati di Vasco sono ben equipaggiati e assistiti: gli ombrelli iniziano ad aprirsi e gli ambulanti, piazzati nei dintorni, entrano in azione vendendo scaccia-acqua a due euro. E per scongiurare l'arrivo di un temporale, c'è anche chi improvvisa danze scaramantiche. Col passare delle ore i fan diventano migliaia. Per alcuni è la prima volta, come per Alessandra Pisanu di Monserrato: «Sono molto emozionata. Mi tremano le gambe già da ora e sono qui da prestissimo». O Gianfranco Galistu, 50 anni, geometra: «Avevo un po' di paura, viste le trentamila persone annunciate. Però mi sembra che tutto sia abbastanza tranquillo. Non ero mai venuto a un concerto di Vasco. Dopo trent'anni che ascolto i suoi dischi, mi sono deciso». Meglio tardi che mai.
I RICORDI Per altri, invece, è un altro momento indimenticabile da aggiungere all'album dei ricordi. «Lo ascolto da quindici anni e questo è il dodicesimo suo concerto che seguo. La canzone che mi porto nel cuore è Gli angeli», afferma Sara Costa, giovane operatrice museale della Galleria Comunale d'Arte di Cagliari. Ma l'amore per la musica del Blasco non conosce età: «Lo ascolto da sempre, finora ho visto tre concerti», dice Matilde Congiu, che arriva da Capoterra ed è circondata da giovanissimi che potrebbero essere suoi figli.
LA CANZONE PIÙ BELLA Una passione in molti casi tramandata da genitore in figlio. «Da ragazza era il mio cantante preferito e ora è uno degli idoli di mia figlia Carlotta che ha sedici anni. La canzone più bella che ha scritto per me rimane Albachiara», dice Antonella Sanna, casalinga di Olbia. Anche se poi non manca chi ha fatto il percorso inverso. «Chi è Vasco Rossi lo so da tanti anni, ma chi mi ha fatto conoscere le sue canzoni è mia figlia Daria, che ha quasi diciotto anni e di lui sa tutto», precisa Antonio Manuedda, di Valledoria, mentre si accinge a varcare l'ingresso della Fiera in compagnia dei figli e della moglie. Dopo ore di attesa, le luci si accendono, dando inizio a un giuramento rock che da trent'anni non conosce tradimenti.
CARLO ARGIOLAS
19/09/2010