SABATO, 18 SETTEMBRE 2010
Pagina 1 - Cagliari
LA CURIOSITA’
CAGLIARI. Ormai tra gli alberi della città e il comune sembra essere una questione personale: gli interventi drastici dell’agronomo Claudio Papoff, detto manidiforbice, non si contano più. Dopo la spoliazione di viale Merello, il dirigente se l’è presa con le jacarande di piazzetta Maxia, spazzate via per lasciare spazio a scheletrici aranci, metri cubi di cemento e luci verdi di provenienza marziana in base a un progetto - elaborato dall’architetta di fiducia Fernanda Gavaudo - che ha scatenato la rivolta del quartiere. Poi è partito l’attacco ai trentatrè ficus retusa di piazza Garibaldi, accusati esplicitamente da Papoff di fare troppa ombra in una relazione che a rileggerla non sembra vera: una buona metà, stando ai suoi consigli, dovrebbe cadere per finire trapiantata in un luogo imprecisato. Nel nuovo spazio pubblico, un piazzale tecno del tutto estraneo alle linee architettoniche della scuola Riva, l’agronomo comunale propone essenze esotiche che rompano la «monotonia del verde». Ora è arrivata la capitozzatura degli alberi di viale Trieste, ridotti quasi a tronchi senza più foglie. Un intervento con ogni probabilità fuori tempo oltre che fuori luogo, accelerato da una sequenza di incidenti legati alla caduta naturale delle bacche. Bastava sistemare le reti, come accade in qualsiasi altra città, oppure intervenire a fine agosto. Ma il furore di Papoff è arrivato in ritardo: se qualcuno avrà da chiedere risarcimenti dovrà citare in giudizio gli alberi o chi gestisce il verde pubblico soltanto con la sega elettrica? (m.l)