Il concerto. L'assessore Gianni Giagoni: «Puliremo la città subito dopo lo spettacolo con tre squadre di operai»
Previste oltre 6.000 persone in arrivo da tutta Italia
Nella notte tra sabato e domenica circa venti persone lavoreranno per pulire la città: oltre al concerto di Vasco Rossi, nel centro storico verrà organizzata la notte bianca.
Dire Vasco Rossi a Cagliari significa parlare di almeno 30 mila fan in arrivo in città da tutta la Sardegna e mezza Italia. E di un conto che può salire fino a 40 mila persone, se si pensa che oggi il centro storico vivrà una notte bianca fatta di concerti e fuochi d'artificio. Solo Papa Ratzinger e Marco Carta, che giocava in casa, hanno fatto di meglio. «Sarà una vetrina unica per la città», dice Gianni Giagoni, assessore al Turismo e alla Protezione civile, due deleghe legate a doppio filo con il Live indoor tour . Dei 25 mila biglietti già staccati, circa 6 mila sono stati venduti nella Penisola: ieri davanti ai cancelli della Fiera c'era un piccolo accampamento dove si mischiavano i dialetti di tutto lo Stivale. L'indotto economico, tanto per capire di cosa stiamo parlando, è stato calcolato in un milione e mezzo di euro.
Turismo grazie ai concerti. Si può fare a Cagliari o è il solito sogno irrealizzabile?
«Non credo sia irrealizzabile, anzi. Siamo già sulla buona strada. Allo spettacolo di Vasco assisteranno migliaia di persone in arrivo dalla Penisola. Gente che dormirà qui uno o due giorni, mangerà nei nostri ristoranti, comprerà un ricordo. In questi giorni c'è anche l'Audi MedCup: altre 400 persone che potranno apprezzare la città».
Però, a parte l'asfalto-grattugia della Fiera, manca un'arena per i “grandi eventi”.
«Sicuramente Cagliari non ha uno spazio adeguato per queste manifestazioni. L'Anfiteatro è perfetto e bellissimo, ma è adatto per altri numeri, decisamente inferiori. Quando dobbiamo ospitare 30 o 40 mila persone non abbiamo scelta».
Anfiteatro. C'è l'eterna lotta tra chi vuole smantellare le tribune in legno e chi preferisce che resti tutto com'è.
«È il posto ideale per accogliere i piccoli concerti, deve rimanere così».
Per i grandi numeri ci sarebbe anche lo stadio Sant'Elia. E in futuro, se il Cagliari costruirà un altro impianto fuori dal capoluogo, rischia di trasformarsi in un altro rudere in riva al mare.
«Innanzitutto io spero che il Cagliari non vada via dalla città. Ma lo stadio può e deve essere una struttura polivalente, come avviene in tutto il mondo. Può essere usato anche per i concerti, non solo per le partite di calcio. Credo sia facile copiare dagli altri e in questo caso si può fare senza problemi».
E allora perché non si è mai fatto?
«Non è semplice da realizzare, anche perché questi eventi non si possono organizzare quando è in corso il campionato di Serie A: il rischio è di rovinare il manto d'erba».
Migliaia di persone significano tonnellate di rifiuti. Come verrà pulita la città?
«Nella notte tra sabato e domenica saranno al lavoro tre squadre. La prima entrerà in azione a mezzanotte, poi un'altra alle tre del mattino e l'ultima alle otto. Venti persone in tutto, più spazzatrici e mezzi vari. Cagliari, e non solo l'area attorno alla Fiera, verrà ripulita nell'arco di poche ore. Questi concerti servono per darci la possibilità di presentare la città come vogliamo. Accogliente, allegra, pulita. E sicura».
A proposito di sicurezza: cosa farà la Protezione civile?
«L'acqua da distribuire agli spettatori sarà la cosa più evidente, ma non l'unica. Abbiamo già preventivato un migliaio di bottigliette, siamo pronti a comprarne anche altre. Ma gli uomini della Protezione civile serviranno per dare assistenza: avranno un ruolo che le forze dell'ordine come Polizia e Carabinieri non possono avere. Se sarà necessario, siamo pronti a sparare acqua sull'asfalto per diminuire il calore, come abbiamo fatto per il concerto di Amici. ».
Come si presenterà oggi Cagliari, tra notte bianca e concerto di Vasco?
«L'immagine che vogliamo dare è quella di una città dove ci sono servizi, e soprattutto dove l'igiene e il decoro urbano sono curati. Anche perché poi la gente, se si trova bene da noi, è contenta e parla bene di Cagliari, ci fa pubblicità. Credo, e non sono l'unico a sostenerlo, che la svolta ci sia stata per il 10 agosto, la notte di San Lorenzo. Abbiamo finalmente reso l'idea di un centro vivo, con mille attrattive. La Marina sembrava finalmente un quartiere di una città turistica, come purtroppo non è mai stata prima».
MICHELE RUFFI
18/09/2010