Ieri primo giorno in classe in alcuni istituti, tra certezze, contestazioni, ritardi nell'assegnazione degli insegnanti di sostegno
In via Dublino esordio rimandato (forse) al 25 settembre
Alle porte c'è la manifestazione che domani farà tappa in viale Trento davanti al palazzo della Regione: protesteranno docenti di ruolo, supplenti, bidelli, studenti e famiglie.
Ci mancava solo l'amianto. Un'altra grana per la scuola sarda, già tormentata da mille preoccupazioni. Che l'anno scolastico non sarebbe iniziato sotto buoni auspici già si sapeva ma, ieri, primo giorno di lezione per molti istituti cittadini (in attesa che domani la campanella squilli per tutti) a tenere banco è stato l'allarme scattato nei giorni scorsi: le analisi della Asl 8 hanno confermato che a rischio-amianto non c'è solo la materna di via Scirocco ma anche altre nove scuole dell'infanzia cagliaritane. Come riferiamo nell'articolo della pagina accanto, quasi tutti i bambini saranno costretti a trasferirsi in altre sedi (seppure all'interno dello stesso circolo didattico), tranne quelli di via Dublino per i quali non è possibile trovare ospitalità altrove. Per questi alunni l'anno scolastico 2010-2011 inizierà in ritardo, sicuramente non prima del 25 settembre, quando la scuola (forse) sarà di nuovo pronta ad accoglierli.
ERBACCE E TOPI Non sono solo le materne a scombussolare i programmi di questo inizio d'anno. Dalle elementari alle superiori è un viavai di lamentele e segnalazioni, di cose che non vanno e che saltano agli occhi prima ancora di varcare i cancelli. Come quella segnalata dal gruppo di «mamme arrabbiate fin dal primo giorno di scuola» delle elementari di via dei Partigiani: «Ad accogliere i nostri figli c'erano oggi ( ieri per chi legge, ndr ) sporcizia e erbacce alte così: se non si riesce a curare un giardino, primo biglietto da visita dell'istituto, figuriamoci il resto». C'è di peggio, naturalmente: a Genneruxi chi frequenta la piazzetta vicino alle scuole consiglia di mettere un cartello all'ingresso della primaria, con su scritto “Ingresso vietato ai topi”. «D'estate scorazzavano sotto i nostri occhi e due hanno trovato rifugio nel cortile della scuola». Si va avanti con le disinfestazioni, l'ultima proprio sul finire dello scorso anno. Ma a quanto pare per questo non c'è rimedio.
FIGLI DISABILI Potrebbe essercene uno, invece, per la mamma di una bambina «disabile grave», come risulta da certificato medico, iscritta alla Randaccio in quinta elementare? Quest'anno non avrà tutta per sé l'insegnante di sostegno (alla faccia del famoso rapporto uno a uno) ma dovrà dividersela con un'altra compagnetta di classe: a lei 16 ore anziché 22, le altre sei ore per l'altra bimba. «Quest'anno hanno dato 4 docenti e mezzo di sostegno per 5 alunni. A questo punto dovrei fare ricorso anch'io - dice la mamma - pagando 1500 euro, ma vincerei la causa il prossimo anno: ho paura che gran parte del faticoso lavoro fatto in questi 4 anni con la maestra di sostegno finisca in fumo per mancanza di continuità didattica». Una delle tante testimonianze su come vanno le cose, anche se c'è di mezzo il futuro di persone già penalizzate. E fa rabbia a molti sentire che il ministro Gelmini raccomandi rigore nell'assegnazione dei docenti che devono assistere studenti con handicap, denunciando abusi (peraltro smentiti dal Ciis Sardegna) da parte delle Asl sulle certificazioni, quando non si riesce a garantire neppure un docente a chi ne ha bisogno nella realtà di molte scuole. Dov'è prassi che, senza soldi, siano i genitori a portare quel che manca, dalla carta igienica ai colori o gessi.
LA PROTESTA Tutto questo è già successo ieri. Alle porte c'è la manifestazione che domani farà tappa in viale Trento davanti al palazzo della Regione: al suono della prima campanella del primo vero giorno di scuola nell'Isola, partirà l'urlo di protesta dei docenti di ruolo, supplenti, bidelli, studenti e famiglie. La Cgil ha chiamato a raccolta i sindacati per un'assemblea alle 11: l'adesione massiccia (ci sono quasi tutti, manca la Uil ma ci sono Snals, Gilda e Cobas) farà sicuramente saltare le ultime due ore di lezione, come confermato già in alcune scuole che faranno uscire prima gli alunni. Nel calderone della protesta di quest'anno scolastico contrassegnato da numeri sempre più ridotti (217 mila alunni sardi, 11 mila classi, 26 mila dipendenti docenti e non) finisce di tutto: i tagli di posti di lavoro (oltre 1700 in meno, di cui quasi 700 Ata), di classi, di orario, le cattedre con straordinari, l'espulsione dei precari, le aule sovraffollate, la violazione dei diritti dei disabili.
I COBAS «Faremo il possibile per fare in modo che la partecipazione Cobas sia massiccia - dice il portavoce regionale Nicola Giua - prepareremo un documento in cui denunceremo anche le nefandezze sindacali perché, a parte la Cgil, tutti gli altri non hanno mai fatto neanche un minuto di sciopero contro la devastazione della scuola pubblica. Un massacro che non parte dalla legge 133 della Gelmini ma viene da lontano e coinvolge anche i governi di centrosinistra, dai ministri Berlinguer, De Mauro e Fioroni. E per combatterlo stiamo facendo una campagna contro l'illegalità e il collaborazionismo nelle scuole». In piazza domani ci saranno, oltre ai supplenti, tanti dipendenti Ata rimasti senza lavoro, anche dopo 10-20 anni di servizio. La loro assenza si farà sentire sul fronte della pulizia e della vigilanza: chi baderà al bambino che esce dalla classe, magari per andare in bagno, se i corridoi della scuola saranno deserti? «La scuola non può più funzionare sulla buona volontà degli operatori».
CARLA RAGGIO
14/09/2010