La sinistra roda le strategie per le elezioni
CAGLIARI. Rispunta l’orgoglio della sinistra. La parola d’ordine è «Cagliari non e una città di centrodestra». Ma, per le elezioni comunali della prossima primavera, le strategie di gara del centrosinistra sono ancora tutte da decidere: primarie sì o no, coalizione e candidato. E non tutti sono d’accordo sui passi da seguire: si è ancora in fase di discussione. Se ne è parlato ieri mattina nel corso di un dibattito nella terrazza del Bastione nell’ambito della Festa nazionale democratica degli enti locali.
Tema dell’incontro: «La sfida del Pd per il governo della città». Erano ospiti al dibattito i principali rappresentanti delle forze dell’area di centrosinistra. Sulle primarie, in termini di principio sono quasi tutti d’accordo sul fatto che di debbano fare. Ma le modalità sono differenti e le condizioni. «Vogliamo candidati di qualità - ha precisato Ninni Depau, capogruppo Pd in Consiglio comunale - che rappresentino davvero la città». D’accordo anche Enrico Palmas, dei Rossomori: «Sono uno strumento importante di confronto, ma troppo spesso si arriva alle primarie troppo tardi con il rischio che siano falsate».
Tutti concordi, però, sul «no» all’inquinamento delle consultazioni: «Negli Usa una persona che aderisce ai democratici, che vota per le primarie degli avversari - ha ricordato il consigliere regionale e comunale di Sel, Massimo Zedda - viene espulso. E viceversa». Per l’Italia dei Valori, il partito di Di Pietro c’era il neo coordinatore cittadino Giovanni Dore - ha proposto una dichiarazione d’impegno dell’elettore. Contrario alle primarie Giuseppe Stocchino, di Rifondazione, mentre per Raffaele Pontis (Api) sarebbe meglio impegnarsi in prima battuta alla ricerca di un candidato condiviso. Allargamento della coalizione e ipotesi Massimo Fantola? Sul leader dei Riformatori no secchi tra gli altri, di Rossomori e Sel: «E allora - ha detto provocatoriamente Zedda - tanto vale candidare Berlusconi». Il Pd chiede maggiore attenzione alla realtà: «Non credo ci siano ammiccamenti a Udc e Riformatori - ha detto ancora Ninni Depau - ma invito tutti, innanzitutto noi stessi, a radicarci nella città, troppo spesso ci poniamo come partito d’opinione. In campo nazionale ho apprezzato la battaglia di Casini sulla questione del federalismo. Ecco, l’invito è quello di cercare di guardare la realtà e capire che cosa sta succedendo».