Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il duello jazz di San Michele

Fonte: L'Unione Sarda
13 settembre 2010


Cagliari, ospedale militare: gran battesimo con Sellani-Rea
Un dialogo elegante e rassicurante tra due beniamini del piano jazz italiano del calibro di Renato Sellani e Danilo Rea, protagonisti l'altra sera a Cagliari di un concerto allestito in un luogo inedito. Per la prima volta nella sua lunga storia, il chiostro secentesco del complesso monumentale di San Michele dei padri gesuiti, ha ospitato una serata musicale. Ad organizzarla, la Scuola Civica di Musica. Davanti a una platea attenta e concentrata, formata da incalliti jazzofili e da neofiti, autorità civili, con in testa il sindaco Emilio Floris, e militari (su tutti il colonnello Cosimo Lerario, comandante dell'Ospedale militare), i due specialisti della tastiera si incontrano su un terreno certamente non nuovo ma ad ogni modo sempre seducente: quello degli evergreen legati alla storia del jazz e della canzone italiana di ieri e di oggi.

L'uno di fronte all'altro, danno vita a un'intesa perfetta, quasi simbiotica, senza che questo metta però in ombra le singole individualità. Un'intesa che si concretizza in un continuo interscambio a livello melodico, armonico e ritmico, all'interno di un gioco delle parti in cui i ruoli si invertono e la corrente empatica si rinnova di brano in brano, di atmosfera in atmosfera, dando così all'ascoltatore la possibilità di cogliere il valore delle sfumature e l'importanza del dettaglio. Melodista per eccellenza tra i pianisti italiani, Sellani si muove in direzione contraria al virtuosismo, facendo scorrere un pianismo caratterizzato dal senso della misura, dalla risonanza del suono, dalla sensibilità ricercata, dall'approccio intimistico, da un fraseggio costantemente affidabile e dal tocco vellutato, con un piacere tutto personale che spinge verso mutamenti armonici e fini accentazioni. Dal canto suo Rea lascia affiorare fantasia, rigore e perizia strumentale esibita con una padronanza tecnica di livello che lo porta a cercare passaggi con mani parallele (a due ottave di distanza), note ribattute vorticosamente, fraseggi velocissimi. L'affiatamento tocca vertici indiscutibili fin dai primi minuti ed è davvero un piacere vederli sfogliare insieme pagine che il trascorrere del tempo non ha ingiallito: "Stardust", "The Man I Love", "Speak Low", "Silenzioso Slow", "Donna", "Volare", "Summertime", "Besame Mucho", "The girl from Ipanema". Regalando poi due distinti omaggi, con Rea impegnato a rileggere alcuni famosi brani di De André, "La canzone di Marinella", "Via del campo", "Il pescatore", "Bocca di Rosa", e Sellani intento a ricordare Umberto Bindi («uno che ebbe una vita difficile in un'epoca di falsi moralismi», sottolinea il gentleman del pianoforte): suona "Il nostro concerto", "Arrivederci", "La musica è finita". Tema che, anticipando di qualche minuto l'arrivo di "My Funny Valentine", preannuncia la conclusione.
CARLO ARGIOLAS

12/09/2010