Il Pd attacca: «L’impianto, costato oltre cinque milioni, è stato costruito male e non funziona»
Interrogazione: «Il sindaco dica come vuole risolvere la situazione»
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. La piscina olimpionica di Terramaini è di nuovo chiusa. Inoltre nei giorni scorsi la Federazione italiana nuoto ha revocato la convenzione con il Comune per la gestione. «Si tratta di una situazione paradossale e di grande inefficienza», denuncia il Pd del Comune.
Non solo: nella piscina olimpionica non c’è ancora il collaudo per eventi che permettano la presenza di oltre novantanove persone.
Il collaudo. Insomma, queste ultime decisioni, sottolinea in una interrogazione il gruppo del Pd, «sarebbero da mettere in relazione ai difetti strutturali della piscina (le vasche sarebbero da impermeabilizzare e l’intera struttura è soggetta a continue infiltrazioni)». Ed è per questo che «non vi sarebbe neppure il nulla osta dei Vigili del fuoco per le manifestazioni sportive, nonché gli elevati costi delle bollette dell’acqua e dell’energia». Attualmente la piscina non è a disposizione dei cittadini «in quanto sono in fase di realizzazione dei lavori di ristrutturazione e impermeabilizzazione». Ma già in passato la piscina è stata chiusa, da ultimo nel novembre scorso per motivi igienico-sanitari.
I costi. Il costo iniziale della struttura, in base al progetto preliminare del 1997, è stato di 10 miliardi di lire (pari a euro 5.164.000). Poi nel 2004 è stata approvata una variante ai lavori per 151mila euro. E nel 2005 è stato deliberato un altro intervento di 800mila euro per la sistemazione dell’area esterna alla piscina. Infine nell’ottobre del 2009, la Giunta ha deliberato, «a seguito di sollecitazioni ed emendamenti del centrosinistra, la realizzazione di due impianti di pannelli solari nella olimpionica e nella casa di riposo di Terramaini per un importo complessivo di 253mila euro».
I ritardi. La piscina sembra nata sotto una cattiva stella. I lavori sono stati ultimati il 15.7. 2004 e l’amministrazione comunale non aveva potuto prendere in carico l’opera, anche se ultimata, a causa della mancata realizzazione delle opere di urbanizzazione e degli allacci per l’alimentazione gli impianti. Poi i ritardi sul collaudo a metà, arrivato dopo 15 mesi dall’ultimazione delle opere: determinato dalla vicinanza dell’impianto di produzione del gas di città e dai lavori effettuati per l’adeguamento di una cabina dell’Enel. E tutto questo ha comportato pagamenti supplementari».
La convenzione. In ultimo è arrivata la convenzione con la Fin per la gestione, «stipulata senza alcun bando di gara», come ricorda il Pd, che prevede un contributo da parte del Comune di 240mila euro. Fatto segnalato alla Corte dei Conti dal Pd e dagli altri gruppi del centrosinistra che hanno denunciato le «diverse anomalie registrate nella realizzazione e nella gestione della piscina olimpionica, con conseguente spreco di pubblico denaro: dalla progettazione della piscina, all’assenza di un piano di fattibilità, all’onerosa gestione del Comune».
L’interrogazione. Per tutti questi motivi la richiesta al sindaco Emilio Floris per sapere quali sono i costi aggiuntivi per l’ennesima ristrutturazione e quando termineranno i lavori. E «quando l’amministrazione comincerà a porsi il problema delle ingenti risorse idriche provenienti dal depuratore di Is Arenas che ogni giorno vengono letteralmente buttate a mare».