Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il museo della storia militare nell’edificio dell’antico ospedale

Fonte: La Nuova Sardegna
7 settembre 2010

Il Comune rilancia il progetto e lo Stato maggiore dell’esercito è disponibile



Porcelli: incertezza sui tempi, trasferire le attività mediche non è un intervento semplice

PABLO SOLE
CAGLIARI. Da ospedale a museo, nella speranza che non si segua l’esempio dell’ex Marino. Questo il futuro che attende il nosocomio militare di Stampace una volta terminato l’iter di dismissione, secondo una scelta concertata con lo Stato maggiore dell’esercito.
Nata nel Seicento come come convento di San Michele, la struttura dovrebbe ospitare il museo della storia militare. «Lo dice anche il piano strategico comunale - conferma il consigliere e presidente della commissione Cultura Maurizio Porcelli - in via Ospedale si intende realizzare un polo museale e visto l’uso che è stato fatto della struttura negli ultimi 150 anni, con la presenza costante dell’esercito, si pensava ad un museo della storia militare». I primi passi sono già stati fatti: «All’interno dell’immobile abbiamo allestito un piccolo percorso dedicato alla medicina militare - riferisce il comandante dell’ospedale militare, il colonnello Cosimo Lerario - si tratta di un progetto in fase embrionale, allestito con pochi mezzi, che potrebbe però rappresentare il primo passo verso la realizzazione di un museo». Il progetto deve però superare alcuni ostacoli, a cominciare dalla fase di stallo in cui versa il procedimento di dismissione: «Non possiamo parlare di date certe - ha detto Porcelli - perché non dimentichiamo che si parla di una struttura che lavora e, dunque, prima di entrare in possesso dell’ospedale militare occorre trovare spazi alternativi. Una soluzione potrebbe arrivare dal trasferimento delle attività nella caserma Mereu, in viale Poetto. Al momento però si tratta, lo sottolineo, di una ipotesi ufficiosa. Peraltro i locali sono attualmente interessati da lavori di ristrutturazione e, dunque, non si parlerebbe di tempi immediati». Anche perché, come rimarcato dal colonnello Lerario, trasferire le attività ora assicurate dall’ospedale militare non è facile: «Si tratta di un’operazione - avverte il comandante del nosocomio - che non si può certo paragonare al trasferimento di alcuni uffici. Qui si parla di laboratori che, anche secondo le norme, devono essere ospitati in locali che rispettino precisi parametri. In ogni caso da parte dello Stato maggiore dell’esercito c’è la massima disponibilità perchè l’ospedale militare possa rientrare in possesso dei cittadini e dei turisti, che potranno ammirare la bellezza della struttura seicentesca».
In via Ospedale dal 2000 non si effettuano più ricoveri: la struttura lavora in regime di day hospital e si occupa, per conto dello Stato, di diagnosi medico-legali. I medici in organico sono circa cinquanta e in particolare si occupano di verificare l’idoneità di servizio degli appartenenti alle forze dell’ordine ma anche, sul lato pubblico, di stabilire se un civile abbia o meno diritto di usufruire di eventuali risarcimenti.