Giorgino. Il Cacip dovrebbe cedere 21 ettari al Demanio
Il sindaco Emilio Floris ha chiesto un incontro al governatore Ugo Cappellacci. In prima linea anche il presidente della Provincia Graziano Milia. L'esproprio metterebbe a rischio 700 posti di lavoro.
La battaglia per il possesso delle aree portuali di Giorgino arriverà presto in Regione e a Palazzo Chigi. Il Consorzio industriale, obbligato a cedere i terreni al Demanio mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro, affila le armi e si prepara a difenderne il controllo anche attraverso l'apertura di un canale tecnico-politico con la Regione e Roma.
L'INCONTRO Su mandato del comitato portuale, il sindaco Emilio Floris - il Comune controlla il 30% del Consorzio industriale assieme alla Provincia che detiene il 40% e alle amministrazioni di Assemini, Capoterra, Elmas, Sarroch, Sestu e Uta col 5% ciascuna - ha già chiesto un incontro al governatore Ugo Cappellacci. L'obiettivo è portare a Palazzo Chigi la vertenza che riguarda il controllo dei 21 ettari di proprietà del Consorzio industriale provinciale di Cagliari (Cacip) e di alcuni privati, destinati a essere espropriati per passare al Demanio e, di conseguenza, sotto il controllo dell'Autorità portuale. La mossa è stata decisa ieri durante un incontro dei rappresentanti del Consorzio industriale (presenti il presidente della Provincia Graziano Milia, il sindaco di Cagliari Emilio Floris e quelli di Capoterra e di Sarroch), al quale hanno partecipato anche i sindacati e i vertici di Confindustria e Camera di commercio.
LA VERTENZA A proporre l'intervento della Regione è stato il presidente della Provincia Graziano Milia: «Lasciamo al presidente Cappellacci - dice - la scelta sull'opportunità di incontrarci prima o dopo la prossima riunione del comitato portuale prevista per il 10 settembre». Milia, che parla di 1.100 posti di lavoro a rischio, sottolinea poi che la cessione delle aree comporterebbe la perdita di 40 milioni per la Provincia, di 30 per il Comune di Cagliari e di 5 per gli altri soci. Due i punti della vertenza: l'impossibilità di applicare tariffe concorrenziali per l'attracco delle navi nello scalo cagliaritano e la perdita delle aree. Una partita che può condizionare lo sviluppo di tutta l'area vasta e mettere a rischio almeno 700 posti di lavoro, compreso l'indotto.
IL SINDACO FLORIS «Ho già chiesto un incontro al presidente Cappellacci tramite un sms - conferma Floris - la Regione è un soggetto più rapportato a quel sistema nazionale a cui chiediamo d'interrompere questa richiesta che riteniamo non motivata. In un momento di grande apertura verso il federalismo avere una così forte azione dello Stato su terreni comunali ci da non poco fastidio».
NICOLA PERROTTI
07/09/2010