Quattro progetti di ristrutturazione a confronto: i possibili vantaggi delle opere e tutti i dubbi espressi dai comitati
Campus: «Certi abitanti mobilitati per essere contrari»
Nessuno tocchi quella piazza. E soprattutto nessuno tocchi gli alberi. Anche se le radici dei ficus hanno distrutto il pavimento e passeggiare è impossibile - vedi piazza Garibaldi - e anche se prima dell'apertura dei cantieri - vedi piazza Maxia - le panchine erano quasi deserte e l'aspetto generale era da piazzetta di periferia. «Sa qual è la cosa più strana? Entrambi i progetti sono stati contestati dalle stesse persone, che nella maggior parte dei casi non abitano né in piazza Garibaldi né in piazza Maxia. Sono cittadini mobilitati permanentemente per dir no, una sorta di Beppe Grillo in miniatura».
IL PARTITO DEL NO Non è la prima volta che Gianni Campus, dal suo ufficio di assessore comunale all'Urbanistica, ha a che fare con chi contesta progetti di riqualificazione e ristrutturazione. «È successo per Tuvixeddu, per palazzo Aymerich, per i percorsi meccanizzati in Castello: idee già approvate e discusse secondo le regole, poi bloccate da chi si nasconde dietro la “nuova sensibilità”». Volendo rimanere sull'argomento-piazze, la contestazione ha sempre fatto parte del percorso per arrivare alla fine dei cantieri: da piazza Giovanni - anche in quel caso venne criticato lo sfoltimento degli alberi - fino a piazza Maxia e, dulcis in fundo, piazza Garibaldi, dove il progetto è ancora una bozza. Un copione simile si vedrà, probabilmente, quando le ruspe arriveranno in piazza San Michele e se si parlerà di un nuovo intervento in piazza del Carmine.
I COMITATI Sarà difficile far digerire agli abitanti il nuovo volto di piazza Maxia: il comitato che si è costituito dopo l'inizio dei lavori, scrive in un comunicato: «La piazza è stata distrutta, stravolta nel suo assetto d'origine e costruita incavata così tanto da essere trasformata in un'autentica fossa». Insomma, non proprio parole d'apprezzamento. E il progetto di restyling - non ancora presentato ufficialmente - di piazza Garibaldi naviga nelle stesse acque agitate. I ficus retusa, ora trentatré su un fronte di 125 metri, forse diventeranno diciotto. Anche in questo caso, la contestazione non si è fatta attendere: sui rami sono stati appesi dei cartelli che non usano giri di parole: «Condannato a morte».
MICHELE RUFFI
07/09/2010