Da oggi entra in vigore il piano straordinario contro le mafie. Le imprese sarde: ancora troppa burocrazia nei cantieri
Pagamenti sempre tracciabili e conti correnti obbligatori
Addio al contante negli appalti pubblici: è l'ultima novità introdotta dal piano straordinario contro le mafie.
La stretta antiriciclaggio del Governo arriva anche nel mondo degli appalti. Da oggi, scatta il divieto di utilizzare il contante per i pagamenti a ditte fornitrici o enti che gestiscono finanziamenti pubblici. È la novità della legge 136 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 196 del 23 agosto 2010), intitolata “Piano straordinario contro le mafie”.
LA TRACCIABILITÀ Gli appaltatori, i subappaltatori e i concessionari di finanziamenti pubblici anche europei (interessati ai lavori, ai servizi e alle forniture), per assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari, dovranno utilizzare uno o più conti correnti bancari o postali. I depositi saranno dedicati solo alle commesse pubbliche. Ai fini della tracciabilità dei flussi finanziari, l'impresa dovrà fare un bonifico bancario o postale, riportando, per ciascuna transazione, il codice unico di progetto (Cup) relativo all'investimento pubblico. Il Cup, nel caso non sia noto, deve essere richiesto alla stazione appaltante, ossia all'ente (pubblico o privato) che commissiona i lavori.
LE SPESE Anche i pagamenti verso i dipendenti, consulenti e fornitori dovranno passare per il conto corrente dedicato. Fanno invece caso a sé le transazioni in favore degli enti previdenziali, assicurativi e istituzionali: possono essere completate anche con strumenti diversi dal bonifico bancario o postale, fermo restando l'obbligo di documentazione della spesa. Discorso simile per le spese giornaliere di importo inferiore o uguale a 500 euro: in questo caso, possono essere utilizzati sistemi diversi dal bonifico bancario o postale, come ad esempio postepay o carta prepagata, ma vale sempre il divieto del contante.
LE MULTE L'ente che affida i lavori in appalto è obbligato a inserire nei contratti una clausola con la quale le imprese si assumono gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari. Se manca la clausola, il contratto sarà nullo. Nel caso in cui la tracciablità non venga rispettata, sui responsabili ricadrà una sanzione pecuniaria tra il 2 e il 20% della transazione. Ma non solo. L'appaltatore o il subappaltatore che ha notizia dell'inadempimento della propria controparte agli obblighi di tracciabilità deve procedere alla risoluzione del rapporto contrattuale, informando la stazione appaltante e la prefettura.
IL NUOVO REATO L'articolo 10 della legge 136 del 2010 introduce anche una nuova ipotesi di reato: “la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”. Da oggi, recita l'articolo 10, «chiunque con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, turba il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della Pubblica amministrazione è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni e con la multa da euro 103 a euro 1.032». In parole semplici, saranno punibili i condizionamenti diretti ad alterare la scelta del progetto.
LE IMPRESE Le aziende sarde apprezzano l'intervento del Governo. Ma avvertono: bisogna evitare l'appesantimento burocratico nella vita delle imprese. «La legge 136 è un provvedimento giusto», commenta Francesco Porcu, leader della Cna Sardegna. «Tra l'altro, è stato preso dopo una serie di consultazioni portate avanti con le associazioni di categoria». Tuttavia, incalza il numero uno della Cna isolana, «servirebbe un ulteriore sforzo verso la semplificazione amministrativa. Oggi», continua Porcu, «per aprire un cantiere servono 80 adempimenti, molti dei quali inutili». Anche Confindustria si attende risposte concrete. Questa volta, però, sul fronte della pressione fiscale. «Tutto quello che viene fatto per favorire la regolarità negli appalti è da apprezzare», sottolinea Massimo Putzu, presidente degli industriali sardi. «La nuova legge darà problemi solo a chi non ha mai rispettato le norme. Al contrario, saranno avvantaggiate quelle imprese che non hanno mai sgarrato». Ma Putzu fissa alcuni paletti. «Le aziende in regola non devono essere vessate. I frutti di questa lotta all'evasione devono servire per ridurre il peso fiscale a carico degli imprenditori. Solo così si migliora la competitività».
LANFRANCO OLIVIERI
07/09/2010