GIOVEDÌ, 02 SETTEMBRE 2010
Pagina 1 - Cagliari
L’Enac boccia senza appello il progetto sull’area di Santa Caterina
In altri casi come Brescia Venezia e Genova abbiamo dato analogo parere negativo
GIUSEPPE CENTORE
CAGLIARI. Addio alla città traditrice. Il dado è tratto. Cagliari non ospiterà più le partite della sua squadra del cuore. Ieri notte il consiglio comunale di Elmas ha dato il via all’operazione Karalis Arena, dando mandato al sindaco di avviare le procedure per attivare, entro settembre la conferenza dei servizi che dovrà dare tutti gli ok per il nuovo stadio.
Tutto risolto, con la gioia del Cagliari Calcio, che ha già acquistato i terreni di Santa Caterina, del Comune di Elmas, che ospiterà la squadra più amata della Sardegna, e dei tifosi che potranno sedersi in un nuovissimo stadio, per giunta vicino alla statale 130 e all’aeroporto? Neppure per sogno. La Karalis Arena forse sorgerà, ma sicuramente non nel luogo voluto da Cellino e auspicato, anche formalmente, dal Comune di Elmas.
Il 19 agosto scorso l’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile, che tra i suoi compiti ha anche quello di assicurare la sicurezza degli aeroporti, ha inviato una lettera al Comune di Elmas e al Cagliari Calcio dove si ritiene impraticabile il progetto dello stadio, esprimendo pertanto un parere negativo allo stesso progetto.
Non è un rinvio con proposte di modifiche, altezza, pannelli solari, sistemazione parcheggi e quant’altro. No. È una bocciatura senza appello, basata non solo sul codice della navigazione, ma anche sulla prassi comunemente seguita in casi analoghi.
Nessuna “punizione” per il Cagliari o per Elmas, ma la conferma di vincoli insuperabili, qui come in altre parti del paese.
«A luglio abbiamo visto il progetto della società e l’abbiamo discusso, subito abbiamo anticipato il nostro parere, negativo, che abbiamo poi formalizzato». Alessandro Cardi della direzione centrale “infrastrutture aeroporti” spiega perché il parere di Enac non sarà mai positivo. «Lo dice la logica, prima ancora che le regole di sicurezza. Uno stadio a poche decine di metri dal confine aeroportuale è irrealizzabile. Nel passato abbiamo ricevuto proposte simili a Brescia, a Venezia e a Genova, a distanze peraltro ben maggiori rispetto a Cagliari e anche in quei casi abbiamo detto no, senza se e senza ma, a prescindere dal carico antropico che ci sarebbe stato su quelle zone». Il dirigente di Enac ricorda che analoghi dinieghi sono arrivati non solo per gli stadi ma anche per casinò e centri commerciali. «A Linate lo volevano realizzare sottoterra ma vicino alla pista. Anche in quel caso è arrivata la bocciatura. Non accettiamo alcun incremento di rischio nelle aree vicino agli aeroporti e quella di Santa Caterina non è vicina, è confinante». Le ragioni che hanno spinto Enac a dare parere negativo riguardano le caratteristiche della struttura che si voleva realizzare. «Uno stadio comporta la presenza di decine di migliaia di persone, mettiamo anche solo 20mila, in una area troppo vicina alla pista, con problemi di flussi in entrata e uscita non risolvibili; se a questo elemento aggiungiamo i problemi di ordine pubblico presenti negli stadi, i fumogeni, i petardi e quant’altro e se consideriamo gli eventi accidentali, come si fa a dire che lì potrà nascere uno stadio? E nel caso di incidenti tra tifoserie fuori dallo stadio, come garantire la sicurezza del perimetro aeroportuale?»
Enac porta a esempio gravi e meno gravi incidenti capitati nel nostro paese, e all’estero, negli ultimi anni, e ricorda come le distanze di sicurezza tra il sedime aeroportuale e l’esterno hanno ridotto il numero di persone coinvolte. «Possiamo immaginare cosa provocherebbe la caduta di un piccolo aereo da turismo in uno stadio? Oppure si vorrebbero impedire le operazioni di volo prima, durante e dopo le partite?».
Lo stadio in prossimità dell’aeroporto non risponde, secondo Enac, ad alcun requisito di sicurezza. «La distanza relativa tra eventuale stadio e zona aeroportuale è nulla. Per noi il discorso sulla sua costruzione - precisa senza dubbi Alessandro Cardi - è chiuso. La sua inconciliabilità con le strutture aeroportuali è insuperabile».
Date queste premesse, il consiglio comunale che ieri ha discusso il progetto, che nei prossimi giorni dovrebbe essere presentato pubblicamente, rischia di diventare un esercizio retorico. A meno che la conferenza dei servizi che dovrebbe fornire il parere finale alla realizzazione della struttura, e che comprende oltre al Comune, Provincia, Regione, Anas, Asl, Vigili del Fuoco, Enel, Ferrovie dello Stato e Prefettura, non ritenga che il parere di Enac possa essere tranquillamente ignorato.
A questo punto che ne sarà del progetto di Cellino? Il presidente del Cagliari è stato informato del parere dell’Enac e non è un caso che da alcuni giorni la società sia silente sul tema. Oggi o domani dovrebbe presentare il progetto, magari con a fianco il primo cittadino di Elmas che si farà forte del via libera dato dal suo consiglio comunale. Un via libera a questo punto più politico che tecnico, che potrebbe garantire la realizzazione dello stadio sempre a Elmas, ma non a Santa Caterina. «Abbiamo spiegato nel dettaglio a Comune e Società - conclude Cardi - perché lo stadio lì non si farà, poi non possiamo certo impedire la presentazione di progetti e l’avvio di procedimenti amministrativi». Chissà se Emilio Floris starà sorridendo.