Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Comuni & stadi, così fan tutti

Fonte: L'Unione Sarda
28 luglio 2008

Inchiesta. Ecco come altre amministrazioni civiche hanno proceduto per l'assegnazione degli stadi alle società calcistiche

Concessioni da 30 a 99 anni a Torino, Parma, Bologna
Due settimane fa è stata l'Associazione dei Comuni italiani, a ribadire che la gestione degli stadi comunali spetta alle società calcistiche, confermando una linea che da anni accomuna governi e coalizioni.

Non più di due settimane fa è stata l'Anci, l'Associazione dei Comuni Italiani, a sottolineare che la gestione degli stadi comunali spetta alle società calcistiche, confermando una linea che da anni accomuna governi e coalizioni. E del resto fu Giovanna Melandri, ministro prodiano dello Sport, a confermare, poco prima delle elezioni di un anno fa, che «Europei o non Europei andiamo avanti per cambiare il modo di gestire gli impianti e investire su nuove strutture» e che «la gestione non andrà più agli enti locali».
Del resto - e Cagliari ne è un esempio eclatante - per i Comuni gli stadi rappresentano costi enormi, mentre per le società di calcio, che ieri campavano di incassi al botteghino e oggi sfruttano diritti tv, merchandising, concerti, costituiscono una fonte di ricavo necessaria. Ecco perché gran parte dei Comuni italiani proprietari di stadi hanno affidato o si apprestano a farlo, con forme differenti, la gestione degli impianti alle società calcistiche. O a concedere ai club il diritto all'uso delle aree dove costruirne di nuovi, salvo poi rientrarne in possesso dopo un congruo numero di anni.
L'ESEMPIO INGLESE Ad aprire la strada sono stati inglesi e spagnoli - Manchester united e Chlelsea, Real Madrid e Barcellona in primis -, gli olandesi l'hanno innovata progettando il primo stadio polifunzionale in Europa, l'Amsterdam arena.
IL BOLOGNA In Italia il primo Comune ad affidare la gestione dello stadio alla società calcistica di riferimento è stato Bologna nel '98, hanno proseguito Milano con Milan e Inter nel 2000, Torino con Juve e Torino, Parma e Messina nel 2003, Perugia nel 2004, Firenze con la Fiorentina, Genova con Genoa e Sampdoria, Napoli, Benevento, il Palermo più recentemente. Lo stanno per fare Brescia, Bergamo, Salerno e Varese.
Chi non l'ha fatto sta per farlo. Società e Comuni hanno concordato la durata dell'accordo, l'eventuale canone da pagare, hanno stabilito che cosa è possibile fare dentro e in qualche caso attorno agli stadi.
I VANTAGGI PER I COMUNI Le società calcistiche, che oggi hanno bisogno di forme alternative di guadagno, hanno la possibilità di ottenere impianti moderni (meno posti coperti e più comodi) e possono lucrare dalle attività di intrattenimento e dal merchandising. Le amministrazioni si avvantaggiano dalla valorizzazione di un bene patrimoniale (per il quale dovrebbero incassare un canone) che alla scadenza del contratto ritorna nella loro disponibilità.
DA AMSTERDAM A S.ELIA Non solo: in molti casi gli stadi sono stati catalizzatori di operazione urbanisticamente esemplari, come è accaduto ad Amsterdam, dove lo stadio è stato trasformato in centro polifuinzionale e il quartiere dov'è sorto da periferico è diventato in un polo d'attrazione.
Un'operazione simile a quella che Comune e Regione ambiscono a realizzare a Sant'Elia, dove sono stati progettati (e finanziati) il nuovo Lungomare, il porticciolo, il museo Betile e una più generale riqualificazione del quartiere. E dove si ipotizza la realizzazione di un Polo sportivo con il nuovo palazzetto dello sport, che sorgerebbe sulle ceneri del Sant'Elia, e un'area jogging connessi ai quattro impianti di via Rockefeller e all'impianto Coni dell'atletica leggera.
JUVENTUS E TORINO I contratti più importanti degli ultimi anni sono quelli stipulati dal Comune di Torino con le due società calcistiche della città. Nel 2003 la Juventus ha acquistato per 24 milioni il diritto di superficie sull'area del Delle Alpi per 99 anni. Contemporaneamente il Comune ha ceduto gratuitamente al Torino l'area del vecchio Comunale in cambio dell'impegno della società di ristrutturarlo in vista dei Giochi Olimpici del 2006. Ma nell'estate del 2005 la società granata è fallita. Per questo il Comunale è ritornato al Comune che lo ha ristrutturato. Nel 2006 è stato la sede delle cerimonie d'apertura e di chiusura dei Giochi Olimpici e dei Giochi Paralimpici Invernali. Oggi si chiama Olimpico e ci giocano entrambe le società torinesi. Nel frattempo a febbraio 2007 è stato approvato il progetto del nuovo Delle Alpi. Avrà 40.600 posti (contro i 70 mila attuali), 12.000 metri quadri per le attività commerciali e 5.000 per gli uffici e costerà 100 milioni, spazi commerciali esclusi.
MILAN E INTER Le due società milanesi hanno costituito il Consorzio San Siro 2000 per la gestione congiunta dello stadio “Meazza” che hanno ricevuto in concessione dal Comune di Milano per trent'anni. Sfruttando l'attrattività delle squadre e dei marchi, Milan (la terza società europea per fatturato complessivo dopo Manchester e Real Madrid) e Inter lo hanno trasformato in punto di incontro aperto sette giorni la settimana incrementando così i loro ricavi. Gli sky box (a Cagliari ne sono previsti 8) sono vere e proprie suite con vista panoramica sul campo e tecnologie di ultima generazione, dove le aziende che li hanno acquistati (prezzi da 70 a 110 mila euro iva esclusa) organizzano eventi e meeting. Lo stadio ospita inoltre spazi commerciali sul modello Warner Village. Per l'Expo 2015 l'Inter potrebbe costruire un nuovo impianto.
NAPOLI Il “San Paolo” è stato concesso dal Comune alla società di De Laurentiis per dieci anni.
FIORENTINA Come il “Franchi”, che la società viola ha ottenuto dal Comune in concessione pluriennale.
PERUGIA Nel 2003 venne firmata una convenzione tra Comune e Perugia calcio per la gestione del Curi per 80 anni. Prevedeva la ristrutturazione e la copertura dell'impianto a carico della società che avrebbe dovuto realizzare all'esterno un centro polifunzionale turistico ricettivo (5000 metri), un'area vip, ristoranti con vista panoramica, 30 suite da affittare agli sponsor (2600 mq), sale per congressi, mostre, concerti, palestre, bingo. Per ogni anno il Comune si era impegnato a versare alla società un contributo di 250.000 euro. Nel 2005 la società è fallita e, come è accaduto a Torino, il Comune è ritornato ad esserne il proprietario.
BOLOGNA Dopo aver stipulato un accordo con il Comune per la concessione trentennale della gestione del Dall'Ara (38 mila posti), il Bologna ha affidato alle Schematre, una società specializzata in management e organizzazione sportiva, la gestione dello sviluppo del marchio Bologna Fc. I progetti hanno riguardato la ristrutturazione della tribuna centrale (otto salotti panoramici), una terrazza di 900 metri quadri con ristoranti, salotti, tecnologie audio e video.
PARMA Nel 2002 i gialloblù hanno ottenuto il “Tardini” in concessione per trent'anni. Un'intesa che sta permettendo alla società di dotare lo stadio di nuovi servizi.
VARESE Il Comune di Varese nel 2006 ha bandito una gara per la riqualificazione e/o rifacimento dello stadio. La formula finanziaria scelta è quella del Project financing e si ipotizza una concessione di 30 anni «o superiore».
FABIO MANCA

26/07/2008