Comune. Oggi in Consiglio il passaggio di consegne con il successore Aurelio Lai
Nanni Floris lascia l'assessorato: «Nel 2011 non mi candido»
Prima elezione in Consiglio nel 1985, assessore alle Finanze dal 1990 al 1992.
Da 25 anni è consigliere (o, in alternativa, assessore) comunale, dopo un passato da dirigente dei mercati civici cittadini. Ora è arrivato il momento di girare pagina e lasciar spazio ai giovani. Anche se, conoscendo lui e la dinastia familiare e politica alla quale appartiene, l'ultima parola non è mai detta.
L'unica certezza è che oggi Nanni Floris lascerà ufficialmente l'assessorato comunale allo Sport, lasciando il posto al compagno di partito Aurelio Lai. Ma, tanto per gradire, l'uomo forte dell'Uds (partito fondato e guidato con mano sicura da suo fratello Mariolino) in Municipio non esce di scena e diventa consigliere comunale. Potenza delle leggi della politica, dove subentri, incompatibilità, surroghe e dimissioni fanno sempre quadrare i conti. Floris è infatti primo dei non eletti nell'Uds e nell'assemblea civica prenderà proprio il posto di Lai.
A lui gli avversari (e spesso anche gli alleati) hanno sempre rimproverato il basso profilo, la prudenza, la tendenza innata alla mediazione. Ma più che una debolezza questa è sempre stata la sua forza. Quella che gli ha consentito di restare sulla cresta dell'onda per oltre vent'anni: prima elezione in Consiglio nel 1985 (nella fila della Dc), assessore alle Finanze dal 1990 al 1992, pausa di riflessione tra il 1993 al 1998 («non mi ricandidarono, il mio sostituto prese 36 voti»), prima del rientro di dodici anni fa.
Perché le dimissioni?
«All'inizio della consiliatura c'era un accordo interno al partito per una staffetta. Che ora stiamo mettendo in pratica».
Perché proprio quando mancano solo nove mesi alle prossime comunali?
«Semplicemente perché le condizioni sono maturate solo adesso. E credo che il collega Lai abbia le caratteristiche adatte per completare il lavoro già avviato, anche se il tempo non è tanto».
Com'è stata questa esperienza?
«Molto bella, forse la migliore da quando sono in politica. Occuparsi di sport è appagante, anche perché si ha a che fare con i giovani e le loro attese».
Il consigliere più anziano che si occupa di giovani?
«Essere anziani dà il vantaggio di avere esperienza. E questa io l'ho messa al servizio della Giunta».
Con che risultati?
«Ottimi, vista l'esiguità delle risorse che avevamo a disposizione. Ma sono veramente contento di aver recuperato strutture che sembravano ormai perse. Di averne messo a norma altre, compiendo spesso imprese quasi impossibili».
Un esempio?
«Ce ne sarebbero tanti. Ma su tutti citerei il Palazzetto del pugilato, a Monte Mixi: era diventato un tugurio, un ricovero per drogati. E ora è stato quasi integralmente recuperato. Ma anche il Palazzetto dello sport di via Rockefeller è stato via via adeguato, fino a ospitare più volte partite delle squadre nazionali di basket e di pallavolo».
Ma ci sono anche cose che non funzionano. Ad esempio la guerra con la Fin per la piscina di Terramaini.
«Con un po' di buona volontà da entrambe le parti si risolverà anche quella questione. Ma non si può parlare solo di problemi. Le piscine sono frequentate da centinaia di cagliaritani. E l'anno prossimo sarà in funzione anche quella di via Abruzzi. Tutto procede per il meglio».
È contento di com'è finita la questione Sant'Elia?
«Parla dello stadio? Anzitutto sono contento che, dopo tanti anni, questa Giunta sia riuscita a ottenere il nullaosta per la sicurezza, visto che prima si agiva in regime di proroga, partita per partita. Se poi allude al fatto che si parli di uno stadio fuori da Cagliari, io credo che alla fine non se ne farà nulla».
Nel senso?
«Nel senso che un nuovo stadio non serve, sarebbe stato sufficiente ristrutturare quello che c'è. E lo si poteva fare già qualche anno fa. Ma io non ho mai gestito questa vicenda in prima persona».
È vero che è stato lei a trascinare Cellino in tribunale per i canoni non pagati?
«Non ho mai voluto personalizzare le vicende politiche. Io ho applicato la legge. C'erano dei crediti vantati dal Comune. E io ho solo inteso tutelare il bene pubblico».
Prossimo appuntamento con le comunali del 2011?
«Allora mi vuole male. Io l'anno prossimo non ci sarò. Bisogna lasciare spazio ai giovani, non possiamo pretendere di stare in sella per sempre».
Allora sarà un addio alla politica?
«Addio? Per i saluti c'è sempre tempo. Nel frattempo vediamo cosa c'è da fare in Consiglio».
In tanti si sono già auto-candidati. Come la vostra coalizione arriverà all'appuntamento con le urne?
«Per arrivarci al meglio bisogna fare chiarezza sin da subito. È inutile avere sei candidati potenziali. Meglio sceglierne immediatamente uno e buono».
ANTHONY MURONI
31/08/2010