Il corteo sotto il Comune: «In una città turistica serve tolleranza»
Un centinaio di ragazzi hanno sfilato per le vie del centro e al Poetto dietro un autobus scoperto trasformato in discoteca mobile.
Un po' Love parade e un po' manifestazione sindacale, il corteo parte a ritmo di bassi da viale Trento dopo mezzogiorno. In ritardo di un'ora - l'appuntamento era alle 11 - ma, spiegano i ragazzi sotto i ficus del piazzale, di fronte al palazzo della Giunta regionale, «è come una serata in discoteca: si indica un orario ma la gente arriva molto più tardi». Cento, centocinquanta giovani ed ex giovani (almeno sulla carta d'identità: l'eta variava dai venti ai quaranta), tutti dietro a un autobus “cabrio” trasformato in discoteca mobile: consolle da dj piantata tra un sedile e l'altro, due casse da un migliaio di watt puntate sulla strada, dove seguono i ragazzi con mani alzate, qualche birra e un paio di redbull . Slogan: «Noi non ce ne andiamo». Ovvero: dateci la possibilità di ballare e ascoltare musica senza limiti d'orario, o almeno senza dover spegnere gli impianti - è il caso del Poetto - a mezzanotte o poco più.
NELLA FOLLA Claudio Ara, ristoratore, proprietario di un locale notturno in Castello (il Ritual cafè), un passato mai rinnegato da organizzatore in discoteca, chiede «più tolleranza», perché sul discorso degli orari si basa «l'immagine di Cagliari città turistica». Secondo lui, anche per il centro storico sarebbero necessari limiti più morbidi: «Abbiamo ricevuto qualche lamentela anche a San Lorenzo e Ferragosto, quando abbiamo spento tutto all'una di notte. La gente non sopporta neanche le feste organizzate una volta ogni tanto».
SOTTO IL MUNICIPIO Nel giro di mezz'ora il corteo è sotto le finestre di Palazzo Bacaredda, in via Roma: una speaker incita la folla composta ma rumorosa, mentre sulla scalinata del Municipio si alternano gli ultimi matrimoni del mese d'agosto. In mezzo alla gente molti djs (alla consolle mobile si sono alternati Matteo Spedicati, Andrea Loche e altri, nel corteo c'erano i senatori Cesare Monni, Sandro Murru e Maurizio La Rosa) e organizzatori.
TURISMO Stefano Serra, della “Nightlifes” (che gestisce le serate delle discoteche Lido e Budda Beach) non ne fa solo un problema di orari. «Dobbiamo finirla con la distinzione tra turismo per famiglie e turismo per giovani. Creando e sviluppando i servizi per i ragazzi si attirano anche le famiglie, che sono fatte di genitori e figli. In Sardegna girano pochi soldi, e l'unico modo per avere ricchezza è il turismo. Non possiamo darci la zappa sui piedi spegnendo la musica presto: la musica non ha orario, è una parte della nostra vita». Poi la manifestazione si è trasferita al Poetto, dove fino alla settimana prima di Ferragosto i chioschetti dovevano spegnere gli impianti a a mezzanotte (all'una durante i weekend).: ieri, anche grazie al corteo organizzato dal comitato “Cagliari città della musica”, le casse hanno suonato fino alle due.
MICHELE RUFFI
29/08/2010