Elezioni. Cugusi, Depau e Fadda chiedono di allargare la coalizione ai partiti di centro, Zedda (Sel) è contrario
Tutti per le primarie, anche Espa (Pd) nel toto-sindaco
Per ora è previsto che le primarie si svolgano nel periodo tra il 15 novembre e il 15 gennaio, anche se a livello nazionale potrebbe essere deciso di accorpare tutti i voti in un'unica data.
La strada maestra è quella delle elezioni primarie. Anche se in molti ricordano che non si deve trattare di un rito stanco ma di un momento di vero coinvolgimento della città. Per ora il centrosinistra non fa nomi (sul tavolo c'è da settimane la candidatura di Chicco Porcu , ma si è parlato anche di Marco Espa , Claudio Cugusi e Gianfranco Carboni ) ma si interroga sul percorso che dovrà portare all'individuazione di una proposta forte, capace di spalancare le porte a un primo cittadino che, per la prima volta dal 1994, non sia espressione del Pdl. Il morale della truppa è buono, nel senso che l'insperata vittoria alle Provinciali di giugno ha convinto molti della possibilità che questa volta il fortino possa essere espugnato.
Il segretario cittadino del Pd Yuri Marcialis la butta sul tecnico: «La strada per arrivare alle elezioni è tracciata dal nostro statuto: ci sarà da decidere se fare le primarie di coalizione. Se non ci fosse l'accordo in questo senso il Pd è comunque tenuto a coinvolgere i suoi iscritti e il nome che ne verrà fuori sarà quello che ci rappresenterà al tavolo delle eventuali trattative», chiarisce. «Per ora è previsto che la consultazione si svolga nel periodo tra il 15 novembre e il 15 gennaio, anche se a livello nazionale potrebbe essere deciso di accorpare tutti i voti in un'unica data». Ma a cosa servono le primarie veramente? A trovare un accordo in una coalizione altrimenti divisa? «Tutt'altro: a individuare il candidato capace di vincere e di governare al meglio. Attraverso i cittadini scriveremo anche il programma. E sempre a loro chiederemo il mandato ad allargare il nostro schieramento». Per il consigliere comunale Claudio Cugusi «le primarie si devono fare quando sono veramente utili. E nel nostro caso lo sono». Dal consigliere-giornalista arriva un'affermazione che da sola può valere un titolo: «La coalizione, allo stato attuale, non è autosufficiente. E bisogna prenderne atto. Se ci fidiamo di quello che è successo nelle ultime tre elezioni, rischieremmo di non arrivare nemmeno al ballottaggio. Per questo insisto nel dire che bisognerebbe cercare di allargarla». I destinatari delle avance sono Riformatori, Udc e Uds: «Partiti che, più volte, nell'attuale consiliatura si sono trovati in disaccordo con alcune posizioni di Forza Italia e Alleanza nazionale. Ultima cosa: non potremo vincere se ci porremo in maniera ideologica».
Per il giovane consigliere regionale e comunale di Sel (Sinistra, ecologia e libertà) Massimo Zedda si deve partire «dal programma, da costruire sui giovani e sulle loro esigenze. Progettare la città del domani, puntando su trasporti e ospitalità». Per Zedda le primarie sono necessarie: «Non c'è un nome che possa unire tutti a prescindere», precisa, prima di dirsi contrario ad allargamenti dell'alleanza: «Io sono per il centrosinistra classico, che non può essere annacquato da formazioni che a livello regionale fanno parte del centrodestra». Il candidato sarà del Pd? «Non è detto - conclude - già in Puglia abbiamo dimostrato che la società civile può rovesciare i rapporti di forza interni ai partiti».
Il deputato Paolo Fadda invita tutti a prendere atto del fatto che si riparte da zero e che per questo il centrosinistra ha l'opportunità di conquistare per la prima volta il Comune da quando c'è il sistema dell'elezione diretta: «Se sarà possibile è certamente necessario cercare di allargare il nostro schieramento - premette - dobbiamo essere in grado di attrarre ed essere credibili. Perché il primo nemico di tutti noi sarà il fenomeno dell'astensionismo, che ormai è sempre più radicato». Nessuna preclusione nei confronti delle elezioni primarie: «Ma devono riguardare tutta la coalizione, altrimenti non avrebbero senso - conclude - questo strumento non può essere finalizzato a combattere battaglie interne. Deve servire a dare forza e credibilità a un candidato che sappia coniugare esperienza, preparazione e gioventù: dovrà essere in grado di ispirare affidabilità, sicurezza, speranza ed entusiasmo».
Il consigliere regionale (e comunale) Marco Espa : «Se saremo uniti potremo finalmente vincere a Cagliari, a patto che non ci mettiamo in testa di scopiazzare il centrodestra - chiarisce - dobbiamo essere in condizione di fare una proposta credibile, che sia in grado di metterci in stretto collegamento con i cittadini, che devono essere riavvicinati alla Pubblica amministrazione. Bisogna dichiarare guerra alla burocrazia». L'esponente dell'ala soriana del Pd chiede a gran forza le primarie: «Non possiamo certo pensare di decidere nelle segrete stanze - conclude - se sarò candidato? Tutti dobbiamo sentirci a disposizione, specie dopo che Renato Soru ha chiarito in maniera definitiva che lui non sarà assolutamente della partita».
Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Ninni Depau : «Se non vogliamo che la politica appaia come staccata dalla città e dalla realtà quotidiana della gente, non possiamo che tener conto della crisi della nostra città - ricorda - non ci si può limitare alle alchimie di rito ma bisogna fare ragionamenti pragmatici: siamo a un bivio decisivo e il centrosinistra deve dire la sua in maniera inequivocabile».
Claudia Zuncheddu , consigliere regionale (e comunale) dei Rossomori: «Una coalizione progressista, nazionalitaria e indipendentista deve promuovere un programma non di alternanza ma alternativo ai disastri di trent'anni di governo di centrodestra, anni nei quali i bisogni dei cittadini e della città si sono trasformati in degrado e spesso in emergenze - sostiene - i programmi nascono dai bisogni della gente e il dramma occupazionale va affrontato con piani per il lavoro gestiti dal Comune con altri enti, come ad esempio i cantieri che la giunta Soru promosse con Area a Sant'Elia». Priorità anche ad altre infrastrutture: «Il porto e le e zone limitrofe devono tornare ad essere motori produttivi della città con il recupero delle attività tradizionali - conclude - e Tuvixeddu non può essere il giardino condominiale di un palazzinaro. Così come il centro storico non può essere così degradato e impoverito da portare i suoi abitanti esasperati a scappare o a organizzarsi autonomamente per far fronte alle emergenze. Dobbiamo rompere i riti e i veti contrapposti, spesso camuffati da “libere primarie”. Abbiamo il tempo e il dovere per creare una reale alternativa: la città chiede questo».
ANTHONY MURONI
25/08/2010