All’Accademia delle Arti minori in piazzetta Dettori la pittrice Isa Montaldo
Omaggio alla donna sarda
Suggestioni di un’artista davanti alla sfilata di maggio
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CAGLIARI. «Sa femina cuncordada» è il titolo della mostra allestita nella sede dell’Accademia delle arti minori in piazzetta Dettori di alcune opere della pittrice Isa Montaldo interamente dedicate al costume femminile sardo e alle suggestioni provocate dalla sfilata di Sant’Efisio. Un omaggio e una ricerca insieme, profonde necessità dell’artista maturate da un antico germoglio: quando era una bambina, il primo maggio si incantava davanti alla processione di donne «cuncordade», per lei una grandiosa «sfilata di principesse».
Dice l’artista: «Nel racconto pittorico e nel contenuto di questa personale appare subito evidente l’esclusione della figura maschile». Non c’è dubbio che il costume maschile nella sagra di Sant’Efisio abbia ragion d’essere quanto quello femminile, ma l’artista ha voluto scegliere perché sono mani femminili quelle che hanno inventato e cucito e ricamato i costumi sardi. «La perfezione stilistica, lo straordinario accostamento dei colori, spesso imprevedibile, la scelta dei tessuti, dei ricami, dei pizzi, delle guarnizioni, riportano ad un’unica e ineguagliabile fonte - spiega Montaldo -: la creatività della donna sarda». «Sa femina ha saputo elaborare una splendida idea del corpo femminile»: portamento elegante, busto ben scolpito dai corsetti, viso pallido spesso coperto fino al naso per sottolineare gli occhi quasi sempre scuri e lasciarli scintillare. «Anche l’abito maschile è straordinario e mutevole, ma è sempre la donna ad averlo creato».
Non c’è dubbio che una tale ricchezza sia in contrasto con la povertà e l’arretratezza dell’isola nel passato: «Ho voluto ringraziare la donna sarda - spiega ancora l’artista cagliaritana - che anche negli anni più bui ha saputo dare di sé e del suo popolo un’immagine unica al mondo, che non si è piegata alle varie mode, ma ha continuato a produrre ciò che di più nobile forgia la mente e il cuore umano: la creatività... e mentre altrove l’arte cresceva, si sviluppava, stupiva il mondo, in Sardegna, culla di povertà e di assedi, l’arte languiva. Ma lentamente, si liberava dal cuore de is feminas l’invenzione che vinceva e vince ancora oggi il silenzio e la solitudine: il costume».