La manutenzione del vecchio Sant'Elia costa al Comune almeno 250 mila euro all'anno
Massimo Cellino ha concluso l'acquisto dei terreni ad aprile
Preoccupazione per il Sant'Elia, che rischia di diventare una cattedrale nel deserto.
In fondo Elmas è dietro l'angolo: pochi minuti di auto per raggiungere il nuovo stadio si possono mettere in conto, soprattutto dopo la progressiva trasformazione del Sant'Elia in un rudere con vista su un campo di calcio. E pazienza per i bei discorsi sul legame del Cagliari con la sua città. È la summa dei pareri sulla decisione - pare definitiva - del presidente Massimo Cellino di costruire la nuova arena sui terreni di Santa Caterina, a poca distanza dall'aeroporto. Ventiduemila metri quadri che Cellino ha acquistato lo scorso 10 aprile, dopo aver abbandonato definitivamente l'idea della Karalis arena nel capoluogo.
LE REAZIONI Per Massimiliano Tavolacci, consigliere comunale Udc e presidente della commissione Urbanistica, quella dello stadio «poteva essere una fiaba a lieto fine, invece ci siamo trovati davanti a una conclusione triste». Ma nonostante l'amarezza per l'occasione persa, aggiunge: «Capisco le ragioni del presidente rossoblù, che si è scontrato con una totale incapacità amministrativa. Il Consiglio si è espresso per tempo, il bando per la costruzione dell'impianto doveva essere pubblicato a dicembre, mentre ancora non c'è traccia. Tutte le promesse sono state disattese. Dal punto di vista urbanistico non cambierà niente. Certo, a risentirne sarà l'immagine della città». Che rischia di trovarsi nel patrimonio uno stadio vecchio di quarant'anni, da mantenere senza uno scopo preciso. Per ora la manutenzione straordinaria - a carico del Municipio - è costata in media 250 mila euro all'anno. A parte i fuori programma più costosi, come i due milioni e mezzo di euro necessari per rifare le gradinate in cemento armato, altri due e mezzo per gli adeguamenti alla sicurezza e i 350 mila per il terreno di gioco.
Il senatore Mariano Delogu parla da tifoso: «Un posto vale l'altro, l'importante è fare uno stadio moderno, comodo e accessibile. Altrimenti la gente continuerà a guardarsi la partita in tv». Da politico però osserva: «Bisognava trovare un'intesa sul Sant'Elia. Ovvio, la mia è una valutazione fatta dall'esterno. Ma sicuramente è un peccato: non credo sia un bene avere uno stadio che rischia di rimanere inutilizzato».
I TIFOSI Anche tra i gruppi di tifosi l'opinione è identica. Francesco Manca, coordinatore del Cagliari club di Monte Urpinu, dedicato a Enzo Francescoli, dice che «il Sant'Elia è un simbolo, ma tutti questi disguidi politici hanno obbligato Cellino a trovare un altro posto dove costruirlo. Noi vogliamo uno stadio comodo per andare a vedere la partita. Elmas? Purché si faccia, e presto, va bene dovunque. Molti dei miei amici hanno smesso di seguire il campionato perché il Sant'Elia è diventato lo stadio più brutto d'Italia». Roberto Sotgia, ex presidente del club “Mauro Esposito” di Is Mirrionis, è sulla stessa lunghezza d'onda: «Cellino fa bene, a Cagliari non gli hanno dato la possibilità di migliorare il Sant'Elia e ora sta cadendo a pezzi».
IN CONSIGLIO Il consigliere comunale Alessandro Serra (An) è preoccupato per il futuro del Sant'Elia e di tutta l'area circostante: «Potrebbero risvegliarsi gli appetiti di chi vorrebbe cementificare la zona. Già in passato qualcuno propose di spostare lo stadio e approvare un accordo di programma, che avrebbe consentito di colare il cemento in una delle poche aree rimaste libere in città. Il rischio è che lo stadio di Cagliari col passare degli anni diventi un rudere e che qualcuno ne approfitti». Edoardo Tocco, consigliere regionale (Pdl), si dice «amareggiato» e «contrario» al fatto che il Cagliari vada a giocare a Elmas, ma trova che «questa sia, ormai, l'unica soluzione possibile. L'unico aspetto positivo è che l'impianto verrà costruito nell'ambito metropolitano».
MICHELE RUFFI
07/08/2010