Un'indagine di Intesa Sanpaolo sul mondo delle vacanze in Sardegna: crescono i passeggeri nei porti di Cagliari e Olbia
«Più investimenti per incentivare l'arrivo di stranieri»
Il ritardo infrastrutturale della Sardegna frena lo sviluppo del turismo internazionale.
In tempo di crisi il turismo sardo non si lascia intimorire: nel 2009 le presenze nell'Isola hanno raggiunto quota 12,27 milioni, sostanzialmente in linea con il 2008. L'unica vera nota dolente resta il ritardo sul fronte delle infrastrutture. La scarsa accessibilità di un'area o di un albergo non aiuta l'offerta turistica. Ed è per questo che la regione presenta un grado di internazionalizzazione ancora contenuto.
L'OFFERTA In Sardegna, insomma, prevale la componente di turisti italiani. L'incidenza degli stranieri sul totale dei flussi è pari al 31,6%, contro una media italiana del 43,4%. Questo è il quadro emerso dal “Primo studio sul turismo della Sardegna” realizzato dal Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. «L'obiettivo dell'indagine», spiega Fabrizio Guelpa, responsabile industry & banking del Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, «è quello di offrire spunti di analisi per individuare prospettive di sviluppo di un settore fondamentale dell'economia sarda».
I NUMERI Sull'importanza del comparto per l'Isola non ci sono dubbi. Parlano i numeri. Gli occupati toccano le 32.416 unità, ossia il 5,7% del totale (569 mila unità). Tra il 2000 e il 2008, si legge nell'indagine, «il numero di turisti nella regione è aumentato a un tasso medio annuo del 4,5% facendo della Sardegna una delle regioni più dinamiche d'Italia. Un forte contributo alla crescita», continua lo studio, «è da ricercarsi negli sviluppi realizzati del traffico aereo low cost e del turismo crocieristico: settori che stanno marciando a ritmi sostenuti».
LA CRISI Nel biennio 2008-2009 la Sardegna ha ben arginato la crisi che ha colpito i mercati internazionali, dimostrando «buone capacità di sfruttamento delle proprie potenzialità turistiche». La crescita delle presenze è stata, nel 2008, intorno al 3,7%, un andamento che si riflette anche in una «tenuta del fatturato medio» delle imprese alberghiere isolane. La crescita è in controtendenza rispetto alla contrazione del 2% che si registra a livello nazionale. Anche il 2009 - l'anno più difficile per l'economia - conferma una buona tenuta delle presenze di turisti, con «una certa vivacità di presenze straniere», nonostante il ritardo infrastrutturale dell'Isola. «Se venissero risolti i problemi di mobilità interna che limitano l'espansione dei flussi turistici», spiega Guelpa, «si potrebbe avere uno sviluppo del turismo meno legato al soggiorno marino e più attraente per gli stranieri, anche al di fuori dell'alta stagione».
LE OPPORTUNITÀ Quindi, un fattore strategico per cogliere nuove opportunità di sviluppo, prosegue lo studio, «è investire in infrastrutture che rendano accessibili le destinazioni turistiche». In Sardegna l'aumento dei voli low cost ha avuto un effetto «decisamente positivo, così come la portualità turistica vede la Sardegna tra le regioni italiane con il maggior numero di infrastrutture per la nautica da diporto e di posti barca». Tuttavia, aggiunge il rapporto curato da Fabrizio Guelpa, «l'accesso a località non solo marine resta difficile e non favorisce l'espansione verso l'interno dei flussi turistici: strade e collegamenti ferroviari non coprono adeguatamente il territorio». Dall'indagine, emergono diverse cause che spiegano i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture: «Scarsità di risorse pubbliche disponibili, difficoltà nel gestire rapporti pubblico-privati e distorsioni nei costi di realizzazione con tempi di approvazione spesso molto lunghi». Dunque, una migliore rete di accesso consentirebbe al settore di crescere molto di più.
AEREI E PORTI Notevoli sviluppi, sottolinea lo studio, sono stati realizzati nel low cost: i collegamenti a basso prezzo nell'Isola ricoprono un «ruolo rilevante», sia sulle tratte interne sia sui voli internazionali. La quota di passeggeri low cost sul totale è prossima al 40% a Cagliari, superiore al 70% ad Alghero e vicina al 60% ad Olbia. Anche il turismo crocieristico sta crescendo a ritmi sostenuti: «I passeggeri nei porti di Cagliari e di Olbia sono aumentati rispettivamente del 76% e del 130% dal 2007 al 2009, grazie agli investimenti infrastrutturali effettuati».
LA STAGIONALITÀ In ogni caso, segnala il rapporto, l'industria turistica della regione risente di una stagionalità elevata, meno evidente però nel flusso di turisti stranieri (che spesso preferiscono visitare l'Isola in periodi meno caldi). Il 60% circa delle presenze dei clienti italiani si concentra a luglio e ad agosto, contro il 43% della media nazionale.
LANFRANCO OLIVIERI
03/08/2010