L' indagine I “buchi” della rete idrica
Scorre a fiumi l'acqua sprecata dalla «vetusta rete idrica italiana». Solo i due terzi di acqua erogata raggiungono infatti i rubinetti delle famiglie: un terzo si perde per strada. E il flusso di perdite misurato è talmente imponente da superare la portata di un grande fiume come il Brenta. La Sardegna poi è tra le regioni che registra gli sprechi maggiori.
L'INDAGINE Lo ha calcolato l'ufficio studi della Confartigianato, secondo il quale ammonta a ben 2.610 milioni di metri cubi la differenza tra acqua immessa nelle reti di distribuzione e l'acqua effettivamente erogata.
IL SUD La dispersione maggiore si registra nelle regioni del Sud dove la media è di 70 litri di acqua prelevati in più per 100 erogati.
A guidare la poco onorevole classifica, dice Confartigianato, è la Puglia con 87 litri di acqua immessa in più ogni 100 litri erogati, segue la Sardegna con 85 litri in più, quindi il Molise (78 litri), Abruzzo (77 litri), Friuli (68), Campania (63), Lazio con 55 litri, Sicilia con 54 litri in più.
LE TARIFFE Allargando il discorso, Confartigianato rivela che gli italiani pagano il doppio, rispetto agli altri cittadini europei, le tariffe dei servizi pubblici locali di acqua potabile, raccolta rifiuti e trasporto pubblico.
I RINCARI L'ufficio studi della Confartigianato ha calcolato che negli ultimi cinque anni in Italia le tariffe dei servizi locali (esclusi gas ed elettricità), sono rincarate del 28,4%, quasi tre volte il tasso di inflazione del periodo (10,8%) e il doppio rispetto alla crescita registrata nell'area euro pari al 15,5%.
L'ACQUA A correre di più è stata la tariffa idrica: tra giugno 2005 e giugno 2010, dice la Confartigianato, l'acqua potabile è cresciuta in Italia del 37,1% contro il 15,8% della media europea, i servizi di raccolta rifiuti del 27,3% contro il 15,8% della media europea e i trasporti pubblici del 14,1%. Solo in quest'ultimo caso la crescita dei prezzi in Italia è in linea con la media europea (14,6%).
01/08/2010