Il sindaco


«Fossi don Cugusi prenderei le distanze dalle strumentalizzazioni politiche anche per evitare che inquinino tutto ciò che di buono è stato fatto nel quartiere». Emilio Floris, territorialmente, è un parrocchiano di Sant'Eulalia ma è anche considerato amico dell'arcivescovo.
«Capisco le ragioni dei fedeli perché don Mario ha lavorato benissimo, ma è pur vero che non ci sono parroci a vita e che esiste il vincolo dell'obbedienza, cui il clero è tenuto». Sulla contestazione di sabato scorso, Floris dice che «la presenza in chiesa di cinquecento fedeli ha dato l'idea di una premeditazione» e che «anche la parola baracca, usata per definire quella situazione incandescente, è stata interpretata strumentalmente». Certo, dice Floris, «a me dispiace se una comunità interpreta in senso punitivo un trasferimento (e non credo che lo sia) ed è normale che separarsi da un parroco amato sia doloroso, ma occorre accettarlo, come del resto fa don Marco Lai, che pure ha lavorato bene a Sant'Elia ed è molto amato. Se poi ci sono osservazioni da fare si parla con il vescovo e se ne discute. Gli insulti sono inaccettabili».

24/07/2010