Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Comune, sospeso il bando sull’anfiteatro

Fonte: La Nuova Sardegna
26 luglio 2010



Svolta nelle relazioni tra municipio e soprintendenza: da adesso si progetta insieme



Minoja: «Registriamo una nuova volontà di valorizzazione»

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Il Comune ha sospeso il bando per la riprogettazione degli spettacoli estivi all’anfiteatro romano. E’ la prima vera vittoria della soprintendenza archeologica nel braccio di ferro sul destino del monumento, l’unico manufatto romano di epoca imperiale giunto fino a noi, brutalizzato nel 2000 con la scelta del Comune di coprirlo di tribune di legno per ospitare migliaia di spettatori. Da allora a oggi, fra lo stupore e l’indignazione di studiosi di varie discipline e di cittadini, l’anfiteatro è di fatto uno stadio di legno. Il Comune ha potuto montare le tribune e smettere di rimuovere anche l’unica parte del palco che aveva accettato di togliere finiti gli spettacoli, sulla base di un equivoco costruito su una interpretazione davvero poco limpida della parola amovibile. Per il Comune le tribune erano «amovibili», nel senso che si possono smontare, ma questo individuava solo la tipologia delle tribune, non un impegno della municipalità cagliaritana a togliere il legno alla fine di ogni stagione. Per la soprintendenza di dieci anni fa che aveva autorizzato lo scempio, «amovibile» voleva dire che dovevano essere rimosse alla fine di ogni stagione. Il passaggio mai chiarito con forza in sede autorizzativa provocò gli equivoci che hanno innescato lettere, ricorsi al Tar, tentativi di conciliazione extragiudiziali, mentre il Comune di anno in anno programmava senza alcuno scrupolo la stagione di spettacoli estivi, arrivando anche a non togliere più neppure l’unica parte che fin dall’inizio rimuoveva, vale a dire una parte del parco. Il nuovo soprintendente ai beni archeologici di Cagliari e Oristano, Marco Minoja, ha denunciato due mesi fa una delle conseguenze provocate sul monumento dall’installazione delle tribune: la pietra è stata aggredita da muffe che la erodono. Un caso non raro, gli studiosi spiegano che il danno provocato da tribune grandi e pesanti come quelle montate sulle gradinate dell’anfiteatro è di due tipi. Da un lato ci sono le perforazioni per incardinare le strutture; dall’altro c’è l’usura della pietra causata dalla permanenza nel tempo delle tribune.
Ecco perché quando il Comune ha annunciato di aver preparato un bando per ripensare l’uso dell’anfiteatro, sempre però con la necessità di tenerci spettacoli, il nuovo soprintendente ha fatto valere tutti i titoli del suo ufficio a valutare preventivamente ogni passo che il Comune voleva fare. Il bando, insomma, non poteva essere pubblicato all’insaputa della soprintendenza e senza esaurienti consultazioni con gli esperti di archeologia. Alla fine, il Comune si è convinto e Minoja saluta con molto favore la decisione di sospendere il bando e quindi calendarizzare incontri con i tecnici della soprintendenza. Intanto, richiesto dalla direttore regionale dei beni monumentali e artistici, Minoja ha preparato un elenco di osservazioni per un approccio diverso all’uso dell’anfiteatro. Intanto bisogna progettare una rimozione attenta delle tribune; poi le prossime strutture destinate ad accogliere il pubblico dovranno essere di un tipo interamente amovibile alla fine di ogni stagione estiva con lo scopo di ripristinare lo stato del luogo; ma soprattutto il prossimo progetto dovrà prevedere strutture che non interferiscano direttamente col monumento, come altre ipotesi in passato avevano immaginato.
Minoja: «Ora siamo reciprocamente coinvolti e registriamo il fatto che il Comune esprime la volontà di un vero progetto di valorizzazione a tutto campo dell’anfiteatro e del suo circondario».