La deliziosa sigla portafortuna? «Un inno alla gioia e al sole: il nostro omaggio alla Sardegna»
«È un inno pieno di gioia, solare come è la Sardegna. Un omaggio all'Isola e ovviamente alla radio». Alessio e Carlo Alberto Borghi sono due fratelli musicisti con alle spalle percorsi differenti - conservatorio, cover band - che di recente si sono incrociati di nuovo in un progetto comune e sono stati coinvolti da Radiolina per realizzare la sigla estiva della radio, un brano che verrà presentato ufficialmente stasera in occasione della festa per i suoi 35 anni di vita.
«Tutto è cominciato con una telefonata di Alessandra Manfredini che ci ha chiesto di realizzare la sigla di apertura e chiusura del programma mattutino di Max Borrelli e Matteo Bruni», raccontano. «Abbiamo accettato con entusiasmo e la cosa deve essere piaciuta anche alla radio perché poi ci hanno chiesto di realizzare la sigla estiva in occasione dei 35 anni». I Borghi Bros si sono occupati della parte musicale, mentre nel lavoro di scrittura delle parole è entrato anche lo staff della radio. Il ritornello recita: “Radiolina è la prima, ascoltala anche tu”, ma il brano è anche un omaggio alla Sardegna da parte di due ragazzi modenesi che si dichiarano assolutamente fan dell'isola. «Abbiamo composto un brano provando a metterci dentro tutte le cose positive della Sardegna, che abbiamo potuto vivere anche noi. Si parla di ballo, di gioia, di voglia di stare insieme». Il percorso musicale di Alessio e Carlo Alberto parte da lontano.
«Ovviamente la nostra collaborazione va avanti da sempre, ma discograficamente parlando nasce nel 2009 col primo singolo, “Le parole sono inutili”. Quest'anno - sottolineano i due musicisti - è uscito un altro singolo, “Il silenzio ascolterò”, come anticipazione del disco in uscita a fine settembre, intitolato “2B project”». I Borghi Bros hanno iniziato a suonare in una cover band, ma dopo breve tempo è nato il desiderio fortissimo di scrivere pezzi loro: «Siamo cantautori, e poi veniamo da Modena che per questo è una terra fertilissima. Siamo cresciuti con Bertoli e Guccini fino a Zucchero e Vasco». Nei loro tesi cantano l'amore in varie declinazioni: da quello ineffabile che vive di sguardi e gesti, fino a quello che lega un padre a un figlio.
ANDREA TRAMONTE
23/07/2010