Sabato alla Sesta Fermata
L'ex vocalista degli Articolo 31 porta sul palco del Poetto tutta l'energia dell'Illegale Tour «Il nostro primo grande botto fu sedici anni fa al K2 di Assemini».
di Stefano Ambu
K 2 nel cuore. Per JAx Sardegna significa soprattutto tremila persone stipate nella discoteca di Assemini ai tempi degli Articolo 31. Era il 1994. «So che ora è stata trasformata in un supermercato - ricorda la voce di “Oh Maria” e “Domani smetto” -. Per noi fu un grande successo: tutta quella gente a un nostro spettacolo non l'avevamo ancora vista». J-Ax sarà in Sardegna per due live, il primo in spiaggia sabato alla sesta Fermata del Poetto, il secondo all'Anfiteatro Maria Pia di Alghero il giorno dopo. «Un'altra cosa che mi lega alla Sardegna - racconta - sono i compleanni in spiaggia. Sono nato il 5 agosto e spesso ho cercato di incastrare le date dei tour per festeggiare davanti al mare».
LO SPETTACOLO che porta nell'Isola è l'Illegale tour. In classifica, invece, c'è il disco con Neffa, il progetto Due di picche. Con un titolo che racconta un po' la storia del rap italiano, C'eravamo tanto odiati: «Sì - spiega J-Ax - il titolo si riferisce ai miei scontri con Neffa. Non siamo mai venuti alle mani, ma anche attraverso i media ce ne siamo dette un po' di tutti i colori. Le ragioni? Beh lui portava avanti il discorso del rap antagonista- hardcore, io, secondo il suo punto di vista ero quello “commerciale”. Steccati che sono caduti giù col tempo e che sono diventati stima reciproca. E, crediamo un bel disco: abbiamo fatto un album “indipendente” utilizzando in studio le mie e le sue apparecchiature. E abbiamo consegnato il nostro lavoro alla Sony. In generale C'eravamo tanto odiati è un modo di sdrammatizzare le rivalità tra vicini di città, di quartiere o di pianerottolo». Il prossimo disco arriverà entro il 2010, si legge in alcune interviste: «Forse l'ho sparata un po' grossa - fa marcia indietro J-Ax - mi sa che dobbiamo inizare a parlare di inizio del 2011. Cambio di stile? No, mi piace il lavoro impostato con Rap'n'roll. Musica nera? In fondo mi sento un rocker inseguito dal soul». Successo arrivato. E mantenuto. «La regola è che quando viene velocemente, altrettanto velocemente se ne va. I reality show? C'è gente brava che esce da lì: Giusy Ferreri, Alessandra Amoroso. Ma sono eccezioni...». La fama? «Sono contento di vivere di musica - prosegue - e sono felice se mi riconoscono per quello che ho fatto sui dischi o dal vivo. Aborro il delirio per i Vip senza senso. Non voglio giudicare nessuno, ma a Porto Cervo ho assistito a delle scene che mi fanno paura: gente che aspettava sul molo il ritorno della maxi-barca dove c'era la festa dei Vip. Erano almeno in cento. Capisco diventare fan di un attore, di un musicista o di qualcuno che con la sua arte trasmette un'emozione. Ma essere fan di un Vip che senso ha?». I concerti di sabato e domenica? «Tre schermi, potenza: uno spettacolo come “io” comanda».