Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Felice di essere qui: amo i sardi perché sono simili ai friulani»

Fonte: La Nuova Sardegna
21 luglio 2010

MERCOLEDÌ, 21 LUGLIO 2010

Pagina 34 - Inserto Estate


Elisa domani a Cagliari e sabato in concerto ad Alghero parla della maternità, dell’album e del tour negli Usa

ANDREA MUSIO

CAGLIARI. Si può essere dolci e far brillare gli occhi degli ascoltatori anche suonando il rock? La risposta non può essere che affermativa quando si parla di Elisa. La romantica regina del rock made in Italy torna finalmente nella nostra regione per tenere due concerti che si preannunciano fin d’ora entusiasmanti. Tocca infatti la Sardegna il tour promozionale di «Heart» (Sugar records) l’album pubblicato dalla cantante friulana lo scorso anno.
Domani Elisa sarà sul palco dell’Anfiteatro romano di mentre sabato sarà al «Maria Pia» di Alghero live entrambi organizzati da Sardinia enterteinment (alle 21). «Testardaggine, dignità e orgoglio, adoro il pubblico sardo e la vostra terra, il popolo sardo - spiega Elisa - assomiglia molto al friulano e di questo ne sono orgogliosa. Mi trovo bene da voi e rimango sempre folgorata dalla bellezza della natura. In più avrò a disposizione un giorno intero per visitarla ancora una volta». Due anni lontana dai palchi nazionali, alle spalle un tour negli Stati Uniti, un disco ed una figlia. gravidanza - racconta con un tono di voce che rivela emozione - ha sorpreso anche me. Mi ha aiutato a sprigionare delle forze che non credevo di avere, a volte anche brutali. Ho sentito una scarica di energia quasi come fossi stata la federa di un cuscino scossa con forza per eliminare anche la polvere più fine, e senza dubbio mi ha fatto diventare più estroversa. Sono stata sempre introspettiva, aspettare una nuova vita è stato un effetto strano, bellissimo, mi ha spalancato le finestre». Una piccola mano d’aiuto è arrivata anche dal tour negli Usa? «Sicuramente. Un tour lungo ottomila km dal Canada a San Diego. Sono tornata con un pieno di energia e fatica. Stancante ma bellissimo. Quel giro è stato forte a livello emotivo. Il fatto di dover conquistare un pubblico che non ti conosce è stato un po’ come tornare indietro nel tempo. Emozionante e formativo». Nell’ultimo lavoro ha voluto inserire una canzone che ha scritto diversi anni fa. Perché oggi? «Si ricollega alla scarica di grinta di queste ultime esperienze. “Lisert”, questo è il brano, è del novantotto. Ci tenevo molto perché legato alle mie radici. Sapevo in partenza che quando l’avrei inciso sarebbe dovuto essere esplosivo, e la sua anima rockeggiante non doveva essere intaccata. Una serie di coincidenze compresa il fatto che la produzione di tutti i brani sono opera mia, quindi in caso di fallimento le colpe sarebbero ricadute solo su di me».