In città la manifestazione internazionale, presentata ieri dal sindaco Emilio Floris
Trecento giovani si sfidano per la migliore idea aziendale
Si terrà a Cagliari la finale del concorso per scegliere le migliori idee imprenditoriali degli studenti europei.
Per molti diplomati e laureati sardi, la prima preoccupazione è quella di riuscire a trovare un posto di lavoro. Meglio se vicino a casa, meglio ancora se fisso. Pochi, invece, possono o vogliono buttarsi dall'altra parte del campo e creare lavoro per sé e per gli altri. È per questo, per tirare fuori il talento imprenditoriale dai giovani di tutta Europa, che da vent'anni l'associazione Junior Achievement organizza la competizione europea per l'Impresa dell'anno. Una gara prestigiosa che, per la 21ª edizione, dal 20 al 23 luglio, sbarcherà per la prima volta in Italia e proprio a Cagliari, che per quattro giorni verrà invasa pacificamente da oltre trecento studenti (tra i 16 e i 19 anni) di 34 paesi e da più di cento tra organizzatori, docenti e imprenditori.
L'INIZIATIVA La manifestazione, promossa con il contributo di Comune, Regione e Comitato Città dell'impresa e presentata ieri in Municipio dal sindaco Emilio Floris, dall'assessore alla Programmazione Antonello Melis e dal presidente di Junior Achievement Italia Stefano Scabbio, coinvolgerà cinque luoghi simbolo della città: il Poetto, dove martedì 20 si terrà la cena di benvenuto in spiaggia; il Teatro Massimo, dove mercoledì 21, a partire dalle 10, i ragazzi presenteranno al pubblico e alla giuria i loro progetti d'impresa; il Municipio, dove nel pomeriggio di mercoledì saranno allestiti gli stand espositivi; la sede di Città dell'Impresa, che sarà soprattutto il quartier generale degli organizzatori e dei docenti; e il Terminal Crociere, dove giovedì 22, dalle 20, si svolgeranno la serata di gala (condotta da Andrea Pellizzari) e le premiazioni. A contendersi il premio, attribuito da una giuria di dieci esperti internazionali, non saranno necessariamente i più studiosi ma i più brillanti, i più creativi, i più capaci nel fare impresa tra gli oltre 200 mila studenti che hanno partecipato alle selezioni.
I FINALISTI Purtroppo, tra i finalisti non ci sarà nessuno degli oltre 650 ragazzi sardi coinvolti nella competizione: l'Italia sarà rappresentata da un progetto ecologico per la produzione di un nuovo tipo di carta ideato da un gruppo del Friuli Venezia Giulia. Alla Sardegna e alla sua capitale, in compenso, va fin da ora la soddisfazione di ospitare un evento che raccoglie dai quattro angoli dell'Europa tanti giovani che non sono solo imprenditori ma anche turisti di domani. «Siamo davvero orgogliosi di accogliere questa manifestazione», ha sottolineato il sindaco Floris, «perché offre alla città una grande vetrina nazionale e internazionale, perché contribuisce a quell'apertura all'estero che è essenziale per lo sviluppo della Sardegna e perché fa capire a tutti quanto sia fondamentale, anche per l'Isola, puntare sulle migliori risorse umane. È un bel riconoscimento dopo tanto impegno». «Abbiamo lavorato sodo per preparare il terreno alla gara per l'Impresa dell'anno», ha confermato l'assessore Melis. «Ora dobbiamo sfruttare questo momento di grande visibilità per far conoscere la nostra città e per continuare a diffondere la cultura d'impresa che oggi nessuno insegna ai nostri ragazzi. Perché se c'è una cosa che ho imparato, soprattutto nella lunga vita professionale, è che imprenditori non ci si improvvisa».
L'OBIETTIVO Quanto sia importante poter contare su una classe imprenditoriale folta e preparata lo conferma anche l'ultima indagine Ocse sull'occupazione, secondo la quale i giovani italiani senza lavoro sono il 25,4 per cento. Tanti, troppi anche per Stefano Scabbio, che non è solo presidente di Junior Achievement Italia ma anche amministratore delegato di Manpower, una delle più importanti agenzie italiane per il lavoro. «Ormai abbiamo bisogno di alternative al posto fisso», ha spiegato Scabbio, «e la libera impresa è certamente una strada da percorrere soprattutto in Italia, dove la vocazione imprenditoriale è sempre stata forte. Il problema è che servono strumenti nuovi per incoraggiare i giovani a credere nelle loro idee, a perfezionarle, a metterle in piedi in un'azienda che regga nel tempo. E invece il nostro Paese è uno dei pochi a non annoverare la cultura d'impresa tra le materie di studio». Insomma, il potenziale c'è ed è molto buono, ma non viene coltivato, nella convinzione che l'imprenditore resti un mestiere da ereditieri o autodidatti. «È per questo che portiamo anche a Cagliari il nostro premio: per convincere i ragazzi a non temere le loro intuizioni, a imparare facendo, a confrontarsi tra loro e con gli esperti. Sono qualità fondamentali per qualsiasi lavoro, non solo per il buon imprenditore, e prima ancora per la vita. Se ai più giovani non le suggerisce la scuola, abbiamo il dovere di provarci noi».
LORENZO MANUNZA
14/07/2010