Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tagli, è rottura tra Governo e Regioni

Fonte: L'Unione Sarda
12 luglio 2010


Il vertice di Palazzo Chigi si è chiuso senza un accordo

Fumata nera dal vertice Governo-Regione presieduto ieri da Berlusconi. Restano i tagli e le polemiche.

 ROMA Sfuma l'accordo Governo-Regioni dopo il previsto incontro a Palazzo Chigi con i Governatori. L'atteso faccia a faccia, finito in un nulla di fatto, è iniziato al termine del Consiglio dei ministri, intorno a mezzogiorno. Sul tavolo la discussione sulla manovra economica, il nodo dei tagli dei trasferimenti e le richieste di alcuni governatori di un aiuto su tempi e modi di risanamento della sanità regionale. Al vertice, presieduto dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dai sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, erano presenti i ministri Giulio Tremonti, Raffaele Fitto, Renato Brunetta, Ferruccio Fazio, Andrea Ronchi, Umberto Bossi e Roberto Calderoli; tra i governatori il presidente della conferenza Stato-Regioni Vasco Errani, Roberto Formigoni, Luca Zaia, Michele Iorio, Renata Polverini, Nichi Vendola e Gianni Chiodi.
PROPOSTE RESPINTE «Per noi è stato un incontro molto negativo», ha spiegato dopo il vertice Vasco Errani, «le proposte avanzate dalle Regioni sono state respinte. La manovra - ha aggiunto Errani- è totalmente squilibrata a sfavore delle Regioni e degli enti locali. Vogliamo collaborare con il Governo e proponiamo una commissione a costi zero per verificare qualità della spesa e riduzioni, proponendo al Governo un'intesa fondata su questo principio: chi non riduce spese non di qualità ne paghi il prezzo. Ma c'è un taglio di 10 miliardi di euro di trasferimenti e questo ci mette nelle condizioni -conclude Errani- di non poter esercitare le competenze di cui le Regioni hanno le responsabilita».
SARACINESCA CHIUSA «Se ci tolgono le risorse, restituiamo tutte le deleghe», ha aggiunto Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, lasciando Palazzo Chigi. «Abbiamo manifestato -rimarca il governatore pugliese- la nostra disponibilità a monitorare le spese, ma a questo punto faranno il federalismo con il morto. La vera crisi sarà quando non potremo garantire i diritti ai cittadini, perché vedremo calare la scure sul trasporto pubblico locale, sul sostegno alle piccole e medie imprese e non potremo fare politiche di aiuto alla famiglia. Rispetto a queste richieste -scandisce Vendola- abbiamo visto sbuffare Tremonti, che ha chiuso la saracinesca».
PALAZZO CHIGI In una nota pubblicata sul sito di Palazzo Chigi, in mattinata il governo aveva spiegato che la manovra «sarà oggetto di necessaria e responsabile richiesta di fiducia, tanto al Senato quanto alla Camera, trattandosi di un provvedimento fondamentale per la stabilità finanziaria del nostro Paese. I saldi della manovra erano, sono e saranno intangibili».
Secondo l'esecutivo, la manovra «non è e non va considerata come un intervento unico, isolato, ma come parte di una strategia complessiva di rigore nella gestione del bilancio pubblico» e «ciò rende oggettivamente impraticabile l'ipotesi di uno spostamento interno alla manovra, da una voce all'altra».
IL BUCO DELLA SANITÀ In particolare, per ciò che riguarda le Regioni, Palazzo Chigi evidenziava che «l'incidenza della manovra è pari al 3% circa. Percentuale che da un lato non può essere ridotta, dall'altro lato è recuperabile nella forma di possibili economie di bilancio». Una «ulteriore criticità» secondo il governo è «nel dissesto sanitario ormai esteso a una vasta parte del Paese. Non è questa la sede per un discorso sulle responsabilità passate, ma certo è questa la sede per iniziare un discorso serio su cosa fare da oggi in poi in questo campo da parte del Governo c'è il massimo impegno nella possibile congiunta ricerca dei termini di effettività, realizzabilità, sostenibilità dei piani di rientro».

10/07/2010