Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tagli per indennità politiche e auto blu

Fonte: L'Unione Sarda
7 luglio 2010


Cappellacci: via i rami secchi. Nel centrodestra prove di disgelo

 Via il 20 per cento delle indennità economiche della Giunta e via anche il 50 per cento delle spese per le auto blu. Cappellacci si affida al piano che taglia «i rami secchi» del bilancio per alleggerire la spesa. Dalla manovra illustrata ieri ai partiti del centrodestra (oggi ci sarà il confronto con i sindacati e l'apertura della pratica in commissione Bilancio) emerge la linea «della riduzione dei costi della politica», anche se per i Riformatori è più importante aprire una vertenza con lo Stato «per avere certezze sulle entrate» della Regione. Critiche da Pd: la Giunta «taglia ma è immobile» davanti a uno Stato «ormai avarissimo» con la Sardegna.
Ma il vertice di maggioranza serve anche per mettere a punto la cura contro le tensioni della coalizione. Si partirà subito con una serie di confronti bilaterali tra i partiti, che dovranno portare a «una sintesi» per rilanciare l'azione di governo.
MANOVRA «In questo momento di crisi, vogliamo dare un segnale forte ai cittadini», sottolinea Cappellacci, «che chiedono alla politica soluzioni concrete». Da qui la scure sulle agenzie regionali e il piano di abolizione delle quattro nuove Province. «Le risorse verranno impegnate per lo politiche di sviluppo, per il sostegno al lavoro e per il contrasto della povertà». All'incontro con la Giunta ci sono i segretari e i capigruppo dei partiti di maggioranza: Mariano Delogu e Mario Diana (Pdl), Giorgio Oppi e Sergio Milia (Udc), Mario Floris (Uds, Giovanni Colli, Giacomo Sanna e Paolo Maninchedda (Psd'Az) e Attilio Dedoni e Franco Manca dei Riformatori.
RIFORMATORI Proprio dai Riformatori arriva subito un segnale per la Giunta: «È riduttivo parlare nella manovra solo di tagli e sacrifici», scrive il coordinatore regionale Michele Cossa. «È necessario, invece, definire con la massima decisione il tema delle entrate della Regione». Altrimenti, «il federalismo si rivelerebbe per noi solo una presa in giro». Per questo, sostiene Cossa, «serve una valutazione complessiva del rapporto con lo Stato, in particolare sulle accise dei prodotti petroliferi lavorati in Sardegna». È «lo snodo» sui cui «sarà necessario ingaggiare una dura lotta» con Roma. Dall'Udc, intanto Roberto Capelli rilancia la necessità di inserire il progetto di cancellazione delle Province «nell'ambito di una riforma strutturale dell'apparato della Regione», perché «un filo indissolubile lega la riforma degli enti intermedi con quelle sanitaria, statutaria, elettorale, amministrativa, fino a quella del rapporto Stato-Regione».
CRITICHE DEL PD Franco Sabatini, consigliere del Pd impegnato in commissione Bilancio, ritiene «incomprensibile» la posizione di Cappellacci: «Anziché aprire una vertenza con lo Stato per ridefinire la manovra nazionale, decide di operare tagli drastici ai pochi fondi a disposizione della Regione». Nel mirino finisce la Sardegna «immobile» davanti ai tagli romani, «mentre le altre regioni si schierano compatte contro la manovra nazionale».
MAGGIORANZA Il confronto sulla manovra serve anche per riaprire il dialogo in maggioranza, dopo lo strappo della bocciatura del piano casa. La novità arriva dagli incontri bilaterali che verranno avviati già in settimana tra i singoli partiti, prima di un nuovo confronto con tutti i consiglieri e la sintesi in un altro vertice di maggioranza. Sul tavolo le nuove strategie dell'azione politica del centrodestra. «E non potranno prescindere», sottolinea Mario Floris, «dallo sviluppo economico, dai rapporti Stato-Regione e a da quelli con l'Europa».
TENSIONI A SINISTRA È gelo nel gruppo Comunisti-La sinistra-Rossomori sulla linea del capogruppo Luciano Uras, che ha proposto di ridurre il numero dei consiglieri regionali (portandoli da 80 a 60). Claudia Zuncheddu (Rossomori) presenta un progetto «radicalmente alternativo», con «la riduzione degli emolumenti» dei consiglieri regionali. «Il taglio dei consiglieri avrebbe solo l'effetto di cancellare le minoranze».
GIULIO ZASSO

07/07/2010