Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mario Segni e la rivoluzione istituzionale interrotta

Fonte: L'Unione Sarda
6 luglio 2010

Editoria. Ieri in Comune la presentazione del libro scritto dal leader referendario

«Una rivoluzione. Rimasta a metà ma pur sempre epocale». Così Mario Segni, storico leader referendario, ha rivendicato vent'anni di impegno in politica a favore delle riforme istituzionali. L'occasione è stata la presentazione del suo libro di memorie “Niente di personale”, edito da Rubbattino, svoltasi ieri sera nel sottopiano del palazzo municipale.
Introdotto dal leader dei Riformatori sardi Massimo Fantola e stimolato dalle domande dei giornalisti Anthony Muroni e Vito Biolchini, il professore universitario di Sassari ha ripercorso le tappe del suo impegno in politica: dal primo referendum per l'abolizione della preferenza unica («nel 1991, un avviso di sfratto a Craxi e alla partitocrazia») proseguendo per quelli degli anni successivi. «Grazie alla spinta propulsiva di migliaia di volontari, spesso giovani, abbiamo impresso una svolta storica nella storia istituzionale della Repubblica - ha detto - creando il sistema maggioritario a livello nazionale e l'elezione diretta dei sindaci e dei presidenti delle Regioni e delle Province».
Spazio anche alle analisi delle sconfitte: «Alle Politiche del '94 fu giusto non allearsi né con Berlusconi né con Occhetto - ha confermato - mentre nel '99 il mancato raggiungimento del quorum (solo sfiorato) per l'abolizione della quota proporzionale del Mattarellum sancì la fine della nostra leadership morale nel Paese».
Segni ha anche detto di non credere che «la stagione delle bombe del '92 condizionò l'ascesa di Berlusconi al potere» e ha aggiunto di aver sbagliato «nel 1993, a non entrare nel governo Ciampi come ministro per le Riforme istituzionali: se l'avessi fatto avrei potuto imprimere una vera svolta. Ma queste sono cose che si possono valutare solo a posteriori».

06/07/2010