Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Piano casa, blitz dei franchi tiratori

Fonte: L'Unione Sarda
1 luglio 2010


Cancellate le modifiche. Asunis: non è un voto contro la Giunta

 Tredici franchi tiratori seppelliscono la versione 2.0 del piano casa, e aprono un problema grande appunto come una casa in maggioranza. Con 37 no e 27 sì, a voto segreto, il Consiglio regionale rinvia almeno a gennaio 2011 la legge sul rilancio dell'edilizia (meglio: le modifiche alla prima versione, dell'ottobre 2009). Accade al momento della votazione sul passaggio agli articoli del provvedimento: quella che chiude la discussione generale, e avvia l'esame dei singoli commi.
Se il voto è contrario, come in questo caso, il testo non può ritornare in aula prima di sei mesi. Ma nello scivolone consiliare non ci sono solo dissensi su quelle norme: è evidente il riflesso dei problemi della coalizione, dal deludente risultato elettorale al rimpasto di Giunta (che forse qualcuno ora vorrebbe accelerare). E il caso getta ombre sui prossimi passaggi consiliari: a partire dall'assestamento di bilancio, che oggi arriva in Giunta.
I FATTI Il voto segreto (chiesto dal capogruppo dei Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori, Luciano Uras) chiude una giornata tesissima, iniziata col duro intervento in aula di Renato Soru. L'ex governatore conferma la linea di tutta la minoranza: meglio ritirare la legge e passare alla manovra correttiva, anche perché le modifiche al piano casa «non servono a rilanciare l'economia: ci state solo costringendo a parlare degli interessi di certe zone e certe persone».
In maggioranza è Cristian Solinas a dar voce alle obiezioni di parte del Psd'Az (Paolo Maninchedda lo farà sul suo blog), chiedendo agli alleati di «fermarci a riflettere». Dal Pdl, accanto alle difese convinte del capogruppo Mario Diana, di Oscar Cherchi e di Giorgio Locci, traspare anche la delusione di Nanni Campus e Silvestro Ladu.
La replica dell'assessore all'Urbanistica, Gabriele Asunis, è dura con l'opposizione («il piano casa di ottobre 2009 non è un fallimento, sta già dando risultati»). E forse anche un po' con parte della maggioranza: «Sono deluso che ci sia chi è deluso»). Poi si passa al voto (segreto): in aula sono 24 i consiglieri dell'opposizione, quindi i franchi tiratori sono almeno 13.
LE REAZIONI A caldo, in maggioranza ciascuno sospetta degli altri: «Il Pdl è stato compatto», giura Oscar Cherchi, d'accordo con Matteo Sanna (che aggiunge: «Con questo voto ci perdono solo i sardi»). Ma molti pensano che anche nel primo partito della coalizione ci siano dissidenti. Sereno l'assessore Asunis: «È la democrazia. Però il testo presentato dalla Giunta aveva raccolto consensi in maggioranza e anche in opposizione». Testo poi modificato in commissione.
«La verità è che la maggioranza è in pezzi», attacca il capogruppo del Pd Mario Bruno, «e ha insistito su una legge che interessava a poche persone». Sempre dai democratici, il relatore di minoranza Gavino Manca avverte: «Non ci hanno voluto ascoltare, questo è il risultato». «Avevamo ragione a chiedere di fermarci e lavorare alla manovra correttiva», dice Luciano Uras, «il centrodestra è in grave crisi». «È certo un preoccupante segnale di scarsa coesione», ammette Michele Cossa dei Riformatori (forse l'unico gruppo su cui non si addensano sospetti): «Ora, come avevamo chiesto dopo le disastrose amministrative, il presidente Cappellacci deve assumersi l'onere di fare chiarezza e ricompattare la maggioranza».

 LA MANOVRA Il governatore ha saputo dell'accaduto a Roma, dov'era per verificare i conti reali a proposito dei tagli di Tremonti sulle regioni. E oggi sarà in Giunta per discutere l'assestamento finanziario, su cui ieri ha lavorato fino a tarda ora l'assessore al Bilancio Giorgio La Spisa. Si prevede una sforbiciata di circa 350-400 milioni alle spese del 2010: colpirà più o meno tutti gli assessorati, senza toccare le politiche per il lavoro, l'istruzione, le famiglie. Non si escludono però nuovi vertici di maggioranza: dopo quanto accaduto in Consiglio sul piano casa, sarà meglio chiarire in anticipo eventuali dissensi.
GIUSEPPE MELONI

01/07/2010