Il caso In via Gherardo delle notti
Il pronto intervento della Caritas funziona e anche questa volta, come accaduto oltre un anno fa nei pressi di viale Elmas, i volontari sono già in campo. La baraccopoli, perché non si può parlare d'altro, sorta a due passi da viale Monastir, in via Gherardo delle notti, dove vivono alcune famiglie di romeni, potrebbe essere visitata già questa mattina dalla Caritas e dai funzionari del Comune. Vivere senza acqua potabile e bagni, e in casolari non adeguati a ospitare anche bambini non è tollerabile nel terzo millennio. «E Cagliari non può avere un secondo campo nomadi, basta quello sulla 554, che ospita già 120 persone», spiega Ada Lai, dirigente dell'Area servizi al cittadino del Comune. «Già oggi», aggiunge, «cercheremo di capire cosa si può fare. Chiaramente non si può realizzare un nuovo campo nomadi perché la nostra città ne ha già uno per il quale aveva anche ricevuto fondi dal Governo, ma possiamo intervenire e valutare se sia possibile trovare una sistemazione alternativa. Prima però si dovrà capire se sono regolari e da dove provengono».
CAGLIARI COME ROMA Anche in città, dunque, è accaduto quello che capita nelle grandi città, per esempio Roma, dove i romeni avevano colonizzato gli argini del fiume Aniene, sgombrati poi dopo l'omicidio di Giovanna Reggiani, avvenuto nel 2007. In via Gherardo delle notti, alcuni terreni privati sui quali sorgono un paio di costruzioni sono diventati la residenza cagliaritana di tre famiglie con diversi bambini. Non ci sono bagni, manca l'acqua corrente e l'energia elettrica. «Quando capitò, alcuni anni fa, che ci accorgemmo di un accampamento di romeni in via del Commercio, si intervenne per cercare loro una sistemazione», spiega don Marco Lai, direttore della Caritas cagliaritana, «ci andrò io personalmente, voglio rendermi conto della situazione, cercheremo di capire. L'altra volta, con Comune, Provincia e Prefettura, si trovò una soluzione». Chiaramente la Caritas non può sostituirsi alle istituzioni, ma «possiamo affiancare le persone, aiutarle e sostenerle», aggiunge. L'obiettivo è quello di trovare delle abitazioni dove ospitare le famiglie che attualmente vivono in condizioni da terzo mondo. «Bisogna intervenire subito», osserva ancora il responsabile della Caritas cagliaritana, «per evitare che si creino queste situazioni. Fortunatamente Cagliari non è Roma ed è più facile individuarle e intervenire con tempestività».
LA PREFETTURA Fino a questo momento le forze dell'ordine, pur a conoscenza della situazione, non sono mai intervenute. La situazione delle famiglie romene è passata quasi inosservata, se non fosse per alcuni vicini e per poche aziende che operano nell'area. Ora che la vicenda è venuta a galla, anche la Prefettura potrebbe occuparsene: ieri, il funzionario di turno ha preso visione dell'articolo pubblicato dall'Unione Sarda e non è escluso che oggi la situazione venga affrontata. ( g. d. )
28/06/2010