L'accusa: sfratto ingiusto. La replica: erano abusivi
Scoppia la guerra sul bar all'interno di Villa Muscas, sigillato lo scorso marzo. Da una parte Isabella Ortu, figlia del vecchio gestore morto due mesi fa. Dall'altra il Comune. La giovane accusa l'amministrazione di averli sfrattati ingiustamente e di non farli entrare per recuperare merce e attrezzatura. L'assessorato alla Cultura ribatte: erano abusivi, giovedì potranno ritirare tutto quanto.
SENZA LAVORO «Mio padre», racconta Isabella Ortu, «aveva in gestione il bar all'interno di Villa Muscas dal 2005, con un contratto firmato da Vittorio Porcelli, direttore del centro culturale. Papà si è sentito male il 6 febbraio 2010 ed è morto il 7 aprile. Mentre era in ospedale il Comune ha fatto chiudere i bagni e subito dopo il bar. Sono state cambiate le serrature dell'ingresso così non siamo potuti più rientrare per recuperare le nostre attrezzature e la merce. Ora io, mio fratello e mia madre siamo senza lavoro e senza entrate. Spero che qualcuno ci possa aiutare».
LA REPLICA Gerolamo Solina, dirigente del servizio Cultura del Comune ha un'altra versione: «Il contratto del 2005 durava un anno e non è mai stato rinnovato. Anzi c'è una disdetta firmata dal direttore Porcelli. Di fatto chi gestiva il bar lo faceva abusivamente. Ci stiamo occupando di questa situazione ora perché Villa Muscas si trova nell'area dove sta sorgendo il Parco della Musica. Stiamo mettendo in regola tutto. Sulle attrezzature da recuperare abbiamo già fissato un appuntamento per questo giovedì, alle 9. Ci sarà anche un nostro tecnico a seguire l'operazione». (m. v.)
23/06/2010