sorpresa del soprano Omo Bello
Amarilli è il mio amore : le note rinascimentali della lirica di Giulio Caccini parlano di amori malinconici con la bella voce, piena e ricca di armonici di Omo Bello. È lei, giovane soprano nigeriana, studi in biologia e formazione musicale costruita tra Parigi, Tolosa e Londra, la sorpresa di un concerto fresco ed eclettico per varietà di forme e repertori.
Saltata l'annunciata presenza del flautista Andrea Griminelli, il concerto dei Solisti dell'Accademia Internazionale di Musica di Cagliari, sabato sera nel foyer del Teatro Lirico, ha finito per dare maggior spazio alle liriche di Omo Bello, che dà voce a personaggi d'opera, versi di Metastasio su musiche di Bellini, arie di Verdi. Con intonazione sicura la giovane cantante imprime tratti personali a un recital che affronta con disinvolta padronanza, a dispetto del repentino cambio di programma, spingendosi con scioltezza sui suoni sovracuti e non disdegnando le modulazioni dolci.
A proprio agio con i vocalizzi rossiniani della Gazza Ladra come nelle più intime atmosfere pucciniane nella Rondine, spazia tra i diversi stili con piena espressività, voce rotonda e potente che strappa l'applauso e coinvolge con la forza dei suoi acuti.
Reduce da importanti affermazioni in concorsi e concerti in diverse città europee, Omo Bello ha assicurato forma e continuità a un recital di livello, in piena sintonia con l'accompagnamento pianistico di Karolos Zouganelis.
Il concerto ritorna poi nelle linee del programma prestabilito con il Quartetto in re maggiore con chitarra di Franz Joseph Haydn. Un elegante tuffo nel Settecento classico: un'occasione per i Solisti dell'Accademia e degli archi in particolare -con Lucile Duran, Marina Beheretche (violini), Aude Fade (viola), Maitane Sebastian (violoncello), Penelope Mitsikopoulos (contrabbasso)- per approfondire i tanti risvolti interpretativi e far emerge la voce particolare data dall'unione degli archi e dalla chitarra di Cristian Marcia. Un'esecuzione che si fa apprezzare per l'accuratezza, il bel suono d'insieme e i begli episodi, come il delizioso Minuetto.
Continuando nel segno dell'eclettismo, i Solisti guardano alla musica contemporanea con le atmosfere romanticheggianti di Serenata per quartetto e chitarra op. 50 di Malcolm Arnold. Nella formazione per due chitarre di Marcia e Llinares, le atmosfere delicatamente malinconiche della Pavane di Fauré rivivono con forti accenti di partecipazione. Mentre nel finale sono le note ricche di colore spagnolo delle danze Danze popolari di Manuel de Falla, con il loro carico di energia e vitalità, a regalare pagine di musica bella e attraente.
GRECA PIRAS
22/06/2010