Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Si decidano, per noi è una scelta vitale»

Fonte: L'Unione Sarda
17 luglio 2008

L'intervista. Cauto il numero uno della società rossoblù: aspettiamo da otto anni
Il presidente: tempi stretti, serve una delibera prima delle ferie
«Oggi i miei legali presenteranno un'istanza al Comune. E spero che entro lunedì ci sia una delibera pronta per l'ultimo Consiglio comunale. Sennò significherà che la volontà politica non si sarà tradotta in fatti concreti, come accade da otto anni. E sarei costretto, ripeto costretto, a costruire lo stadio in un'area vicina a Cagliari, che ho già opzionato».
Se Emilio Floris è ottimista e delinea un percorso in discesa per l'erede del Sant'Elia, Massimo Cellino è più scettico. Colpa degli «otto anni di attesa» e di un episodio che gli ha dimostrato che non basta la volontà del sindaco, «che non è mai mancata».
«Due settimane fa ricevo un'ingiunzione per il pagamento di 270 mila euro per lo stadio», racconta Cellino. «Siccome ritengo che sia la mia società creditrice nei confronti del Comune, mi rivolgo al giudice perché nomini un arbitro. Qualche giorno dopo ricevo una lettera dell'amministrazione che ci propone una transazione. Accetto, ma due giorni fa mi arriva un altro decreto ingiuntivo dell'assessorato allo Sport. È chiaro che mi arrabbio».
Queste cose il presidente del Cagliari dice di averle dette ieri mattina al sindaco. Con il quale ha «un ottimo rapporto» e con cui ha concordato i passaggi per arrivare alla costruzione del nuovo stadio in tempi brevi. «Voi giornalisti parlate di ultimatum, ma non è così. Il nostro è un appello disperato, non un ricatto. Non possono pensare al futuro del Cagliari senza uno stadio che abbia un minimo di decoro», aggiunge Cellino. «A settembre ci sarà una nuova legge che consentirà finanziamenti in conto interessi alle società che costruiranno nuovi stadi e consentirà di snellire le procedure burocratiche. O siamo pronti o perderemo il treno. Oggi con il Cagliari in A sono in un momento positivo e ho qualche soldino. Magari domani non ce l'avrò più perché mi dovrò pagare un altro allenatore, nuovi giocatori e chissà. Siamo tra i pochi che non avremo zone commerciali, che hanno la Juve (48 mila mq), Torino (20 mila) e Palermo 32 mila. Nessun problema, purché lo stadio ce lo facciano fare». (f. ma.)

17/07/2008