Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, il Consiglio di Stato acquisirà gli atti della Procura

Fonte: La Nuova Sardegna
17 giugno 2010



MAURO LISSIA

ROMA. Si aprono nuovi scenari nella vicenda giudiziaria legata al colle di Tuvixeddu: il Consiglio di Stato vuole vederci chiaro e non si accontenta del faldone di documenti prodotti dalle parti in causa. Martedì scorso, chiusa l’udienza di trattazione, i giudici si sono riuniti in una lunghissima camera di consiglio e dopo una discussione piuttosto intensa hanno deciso di rinviare la decisione sul ricorso presentato dalla Regione contro il ‘no’ del Tar del 13 dicembre 2007 alla perimetrazione dell’area archeologica in base al piano paesaggistico regionale: il fascicolo resta aperto e il collegio giudicante acquisirà nuovi mezzi di prova per valutare come procedere.
Ma tra le ipotesi circolate negli uffici di palazzo Spada ne è emersa una davvero clamorosa: un sopralluogo della sesta sezione, presieduta da Giuseppe Severini, sul sito archeologico. Quindi un esame ravvicinato dei luoghi, utile a fornire ai magistrati amministrativi la percezione esatta dell’impatto che potrebbe produrre sull’area sepolcrale punico-romana e sul paesaggio la costruzione degli edifici progettati da Nuova Iniziative Coimpresa.
La discussione interna non è conclusa, i giudici sono impegnati a valutare con la massima attenzione i prossimi passi da compiere per arrivare a una sentenza equilibrata. Pesa certamente sulle scelte del collegio - composto anche dal relatore Paolo Buonvino e dai consiglieri Rosanna De Nictolis, Maurizio Meschino e Carlo Polito - la grande pressione mediatica che ormai da anni caratterizza il dibattito sul caso Tuvixeddu.
Dai giornali europei a quelli nazionali, televisioni di diversi paesi, dibattiti pubblici ad alto livello, echi a Bruxelles: la sorte della necropoli è ormai al centro dell’attenzione generale e i mutamenti legislativi avvenuti nell’ultimo decennio, insieme alla crescita della sensibilità per i temi ambientali, hanno trasformato una complessa controversia giocata sul filo del diritto amministrativo in un confronto più alto.
Il resto l’ha fatto la clamorosa richiesta di archiviazione firmata dal pubblico ministero Daniele Caria, che nel valutare l’insussistenza dei principali aspetti penali della vicenda ha confermato con indagini approfondite quanto l’amministrazione Soru con l’avvocato Vincenzo Cerulli Irelli ha sostenuto nelle fasi del giudizio.
Ma soprattutto quanto Sardegna Democratica attraverso l’avvocato Giampiero Contu ha proposto ai giudici martedì scorso a Roma, con un intervento ad adiuvandum che contiene ampi stralci del provvedimento della Procura: dal 2000 ad oggi sono cambiate le norme che tutelano il paesaggio, c’è il Codice Urbani a stabilire esigenze di difesa molto più rigorose. A Tuvixeddu poi sono state scoperte 1166 sepolture antiche che non erano note dieci anni fa, quando venne firmato l’accordo di programma sul piano di Nuova Iniziative Coimpresa. Su questo punto, sulle nuove emergenze archeologiche, l’ex sovrintendente Vincenzo Santoni dovrà difendersi in un giudizio penale dall’accusa di abuso d’ufficio: è stato lui a sostenere in commissione regionale del paesaggio che nulla era cambiato e che di conseguenza non esisteva la necessità di imporre vincoli più estesi sull’area del colle.
Invece per la Procura c’era, come dimostrano gli atti dell’inchiesta penale e gli accertamenti compiuti dal nucleo investigativo del Corpo Forestale. Forse l’associazione presieduta da Soru non sarà ammessa nel giudizio perchè non è riconosciuta dal ministero dei Beni Culturali.
Di certo il contenuto dell’intervento non è passato inosservato, i giudici hanno letto i nuovi atti e la decisione di approfondire la conoscenza del sito archeologico potrebbe essere legata proprio a questi elementi inediti, che conducono nella direzione opposta a quella stabilita dal Tar quando ha bocciato la perimetrazione alternativa proposta dalla Regione.
Se il ricorso della Regione - cui si sono affiancati Italia Nostra con l’avvocato Carlo Dore e Sardegna Democratica - venisse accolto il piano paesaggistico regionale imporrebbe la propria prevalenza sul futuro del colle cagliaritano: al di là dei prossimi giudizi sulla validità delle autorizzazioni, attorno alla necropoli non si potrebbe più mettere in piedi un solo mattone.