Fermo da oltre un anno il piano particolareggiato
Carboni: «Senza lo strumento urbanistico i vuoti strategici degli antichi rioni sono a rischio lottizzazione»
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Con l’allargamento della pedonalizzazione di Villanova, il centro storico fa un passo avanti. «Ora però bisogna puntare a un intervento complessivo», sottolinea Gianfranco Carboni, presidente degli antichi rioni.
Sino ad ora, continua Carboni, «gli interventi sono sempre stati episodici e staccati l’uno dall’altro. Ora è necessaria l’approvazione del piano particolareggiato del centro storico, di cui l’amministrazione comunale ha varato gli indirizzi oltre un anno fa». Altrimenti continueremo a stare in una situazione di incertezza, pericolosa per i vuoti urbani ancora presenti negli antichi rioni».
Oltre seimila metri quadrati per una volumetria di dodicimila e settecento metri cubi: questo il progetto che un imprenditore, proprietario del terreno, ha ipotizzato per lo spiazzo che si trova tra via San Saturnino e via Tristani. Tutto regolare per chi propone: possiede un terreno e ha il diritto di farlo. Ma meno per l’amministrazione visto che in quell’area il piano particolareggiato del centro storico prevede un «vuoto strategico». Ma il problema si amplia visto che la giunta comunale aveva, a suo tempo, dato un parere preventivo positivo alla proposta della società (visto che non è in contrato col Puc), mentre la commissione consiliare all’Urbanistica e il sindaco Emilio Floris hanno poi detto «no» durante il dibattito in consiglio comunale.
La premessa parla di un centro storico che sembrava la parte bucata del nuovo piano regolatore in quanto mancava uno strumento urbanistico per applicare le indicazioni generali del Puc. Il piano particolareggiato dovrebbe colmare questo vuoto, ma - come accennato - è sospeso da oltre un anno. Eppure è importante per il riassetto complessivo: sia per il tessuto abitativo che per le attività commerciali. Il tutto con una serie di indicazioni sugli spazi vuoti tutt’ora esistenti e per il futuro recupero di alcuni immobili. In questa prospettiva, il piano individua tre tipi di «vuoti urbani». Innanzi tutto vi sono quelli «strategici», che per dimensione e storia richiedono una sensibilità particolare (come dire che devono essere recuperati alla fruizione collettiva); poi vi sono i «luoghi della memoria», quelli che hanno una loro storia e su cui si deve ugualmente pensarci bene prima di costruire; e, infine, vi sono quelli «trasformabili» come lo spiazzo che si trova tra via Barcellona e via Sardegna, il palazzo Aymerich (su cui è ancora viva la polemica e il blocco a suo tempo imposto dalla soprintendenza) e il Ghetto degli ebrei (per un recupero museale). Ma, come sottolinea anche Carboni «queste categorie non sempre funzionano», almeno finchè non viene approvato il piano particolareggiato. «E il caso della lottizzazione proposta per l’area di via San Saturnino-via Tristani lo dimostra - continua Carboni - visto che ancora non si è deciso niente di ufficiale».