Per le Provinciali il 30%, per le Comunali il 55% Il dato più basso a Cagliari, il crollo maggiore a Nuoro
CAGLIARI. Trenta per cento alle Provinciali, cinquantacinque per cento alle Comunali. Mai alle elezioni c’era stata un’affluenza così bassa. Per le istituzioni e per la politica è un campanello d’allarme che farà sicuramente riflettere sia i vincitori sia gli sconfitti. L’elettorato, soprattutto quello del centrodestra, ha detto con chiarezza di essere insoddisfatto.
L’astensionismo ha caratterizzato soprattutto le elezioni provinciali. Già al primo turno, il 30 e 31 maggio, c’era stato un calo dell’11% sul 2005. Nei ballottaggi, rispetto a due settimane fa, si è perso per strada un ulteriore 22% di elettorato, sceso dal 52,4 al 30,4%. La percentuale di votanti più bassa a Cagliari (24,9), la più alta in Ogliastra (51,6), in mezzo Nuoro con 41,1. Nella diminuzione rispetto a due settimane fa il primato spetta invece a Nuoro (meno 24%), seguita da Cagliari (meno 23%) e dall’Ogliastra (meno 14%).
Sono dati che pesano come macigni sul futuro delle Province. Basti pensare che a Cagliari il presidente è stato eletto con i voti del 13% dell’elettorato, a Nuoro con il 21%, in Ogliastra con il 26%. Quindi il primo compito per i confermati Graziano Milia e Roberto Deriu e per il new entry Bruno Pilia sarà quello di dimostrare con i fatti che gli enti che presiedono sono davvero utili: per il bene delle istituzioni e della politica sarebbe meglio che riuscissero a convincere tutti, a iniziare dai cittadini. Che oggi, come s’è visto, nutrono molti dubbi e pensano che le Province servano solo alle carriere politiche.
Alle elezioni comunali l’affluenza alle urne è stata più alta (55,7%) ma il calo rispetto al primo turno (meno 16%) è stato pesante, di poco inferiore a quello registrato dalle Provinciali.
La percentuale più alta, come nel primo turno, è stata registrata a Porto Torres, per il derby del centrosinistra vinto da Beniamino Scarpa: 63,8%, con un calo di 12 punti. Un crollo vero e proprio (meno 20%) si è avuto a Nuoro, dove per il Comune il dato dell’affluenza è stato del 52,5%, contro il 58,2% di Iglesias (meno 15% sul primo turno e il 48,9% di Sestu (meno 12%).
A differenza di quella provinciale, l’istituzione comunale non è in crisi. Se il crollo c’è stato anche per i sindaci, significa che l’astensionismo non rappresenta un giudizio dei cittadini solo sull’ente intermedio, ma più in generale anche sulla politica. (f. per.)