Provinciali: alle 22 di ieri ha votato soltanto il 18,67 per cento
Peggio del previsto: ai ballottaggi non è un calo di affluenza, è un crollo. Almeno per le Provinciali, che riguardano (in teoria) 681mila sardi. Nella prima giornata di votazioni la partecipazione è praticamente dimezzata rispetto al primo turno: 18,67 per cento alle 22 di ieri, contro il 34,46 di due domeniche fa. Record negativo, ancora una volta, per Cagliari, che non supera il 15,05. Più alte, ma senza esagerare, le percentuali a Nuoro e in Ogliastra.
Va un po' meglio nei Comuni: il dato complessivo è pari al 34,80. Un calo di oltre 11 punti rispetto al 46,16 del primo turno. In questo caso i più pigri sono gli elettori di Sestu, rispetto a quelli di Nuoro, Iglesias e Porto Torres. Ma nel complesso il segnale è chiaro: il disinteresse verso la politica galoppa sempre più forte. I seggi saranno aperti anche oggi, dalle 7 alle 15, ma è difficile pensare a un recupero straordinario. Anche perché, col tempo incerto di ieri in gran parte dell'Isola, non si può dare al caldo la colpa dell'astensionismo.
I DUELLI L'unico effetto positivo della bassa affluenza sarà facilitare il lavoro degli scrutatori, che inizieranno il conteggio delle schede partendo dalle Province. Dove sono in corsa, a Cagliari, Giuseppe Farris (centrodestra) e Graziano Milia (centrosinistra); a Nuoro Luigi Crisponi (centrodestra) e Roberto Deriu (centrosinistra); in Ogliastra Sandro Rubiu (centrodestra) e Bruno Pilia (centrosinistra).
Quanto ai Comuni, a Porto Torres il ballottaggio è un derby di centrosinistra: tra il sindaco uscente Luciano Mura, del Pd, e l'ex consigliere regionale Beniamino Scarpa. Negli altri tre centri il centrodestra parte sempre in vantaggio: con Paolo Manca (su Alessandro Bianchi) a Nuoro, con Paolo Fogu (su Pierluigi Carta) a Iglesias, con Antonio Mura (su Aldo Pili) a Sestu.
LE CIFRE Non sorprende che sia Cagliari la Provincia meno solerte: domenica 30 maggio aveva fatto segnare il 30,8 per cento, per arrivare poi il giorno dopo a un misero 47,29 finale. Anche stavolta la trascina verso il basso il dato del capoluogo: è andato a votare per ora solo il 14,15 per cento dei cagliaritani.
In Ogliastra la percentuale più elevata (33,36: due settimane fa era 44,26). In mezzo c'è Nuoro, che ha però il calo più evidente: dal 43,16 al 25,42. Nei Comuni si va dal 41,80 di Porto Torres al 30,51 di Sestu, passando per Iglesias (37,61 per cento) e Nuoro (30,66), che anche in questo caso ha la flessione maggiore, quasi 15 punti, rispetto al primo turno. Villagrande Strisaili (in Ogliastra) è l'unico centro che supera il 50 per cento (arriva al 50,37): all'estremo opposto c'è Villanovatulo (in Provincia di Cagliari) col 5,80.
L'ANALISI Con una simile affluenza, è ancora più difficile fare previsioni sugli esiti del voto. La storia recente dimostra che in Sardegna l'astensionismo colpisce tutti gli schieramenti. Sembrano aver scelto la linea del non voto gli elettori delle terze (o quarte) forze, ossia i candidati esclusi dal ballottaggio ma con buoni risultati al primo turno. Situazioni presenti anzitutto a Nuoro, città e Provincia: a confermare questa lettura c'è per esempio il 17 per cento di Ollolai, il paese di Efisio Arbau, che guidava la coalizione dei dissidenti del centrosinistra (ma alcuni dei partiti che lo sostenevano si sono ora accordati con Roberto Deriu e Alessandro Bianchi).
Poi ci sono i casi di Iglesias, col candidato dei Riformatori Roberto Frongia, e Porto Torres, col centrodestra fuori dal duello finale e poco interessato alla battaglia interna al Pd. Infine la Provincia di Cagliari, con le spaccature simmetriche ai due grandi poli: da un lato il senatore del Pdl Piergiorgio Massidda, che ha raggiunto al primo turno il 9 per cento, dall'altro il coordinatore dell'Italia dei valori Federico Palomba, al 6,6. Nessuno dei due ha siglato apparentamenti ufficiali con chi è andato al ballottaggio: ma se tra Massidda e Farris è rimasta una certa freddezza anche nelle ultime settimane, i dipietristi hanno invece fatto capire abbastanza chiaramente di preferire una vittoria del centrosinistra. Anche a Cagliari, nonostante le perplessità su Milia.
IL NODO Comunque andrà a finire, presidenti e sindaci saranno scelti da una porzione relativamente ristretta dell'elettorato: cosa che non inciderà sulla legittimità dei vincitori, ma che dovrebbe far riflettere l'intera politica sarda. È possibile che sull'astensionismo, in questa tornata elettorale, abbia pesato lo scarso interesse dei cittadini per le Province, viste come enti troppo numerosi e dalle competenze limitate. Ma il calo dell'affluenza elettorale nell'Isola è un fenomeno che dura da alcuni anni, e la classe politica regionale - tutta - dovrà tenerne conto.
GIUSEPPE MELONI
14/06/2010