Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Elezioni, gara a chi perde meno voti

Fonte: La Nuova Sardegna
14 giugno 2010

DOMENICA, 13 GIUGNO 2010

Pagina 3 - Fatto del giorno


La sfida decisiva tra i due schieramenti in tre Province e quattro Comuni

Sono 729 mila i sardi chiamati alle urne per un test politico che ha assunto anche una valenza nazionale e regionale

FILIPPO PERETTI

CAGLIARI. Sono 729.447 i sardi chiamati oggi alle urne per i sette ballottaggi (3 Province e 4 Comuni) delle elezioni amministrative. Quanti risponderanno all’appello? Dopo l’astensionismo-record del 30 e 31 maggio, a decidere sarà ancora il «partito del non voto».
Decide il partito del «non voto». Per le tre Province (Cagliari, Nuoro e Ogliastra) gli elettori sono 685.711 (e nel numero sono ovviamente compresi quelli per i Comuni di Nuoro e di Sestu). Ci sono poi i 43.676 elettori di Porto Torres e di Iglesias, interessati solo alla consultazioni municipale. Al primo turno è stato registrato un calo di affluenza pari all’11 per cento. A soffrire di più è stato il Pdl, che ha perso il primato tra le forze politiche sarde a vantaggio del Pd (il cui calo è stato più limitato).
Poche novità negli apparentamenti. A mobilitare gli elettori non contribuiranno gli apparentamenti: rispetto al primo turno, solo a Nuoro i candidato del centrosinistra hanno ampliato la propria coalizione: alla Provincia Roberto Deriu ha allargato a Idv e Sinistra e libertà. al Comune Alessandro Bianchi ha ora anche Sel (Idv ha fatto un accordo politico per il vice sindaco). Idv e Sel appoggiavano il gruppo dei «ribelli» di Efisio Arbau: il quale ha invece deciso di schierarsi comunque all’opposizione.
La sfida numerica tra i due poli. Di solito i partiti trovano sempre il modo di dire di aver vinto. Questa volta questo loro giochetto sarà più facile perché i punti di paragone sono diversi. Nel 2005, alle elezioni provinciali, il centrosinistra aveva vinto 7 a 1, perdendo solo a Oristano. Ma alle elezioni regionali del 2009 la situazione si era rovesciata: sei collegi provinciali (esclusi Sassari e Medio Campidano) sono andati al centrodestra. E infatti il centrodestra, che nel primo turno ha riconquistato Nuoro e strappato la Gallura al polo rivale, dice di aver già migliorato il dato di cinque anni fa. E con lo stesso ragionamento, il centrosinistra, che al primo turno ha rivinto a Sassari, Sulcis-Iglesiente e Medio Campidano, afferma di aver già recuperato sul voto di un anno fa. Stavolta vincerà davvero chi arriverà a quota 5. Il 4 a 4 sarebbe un pareggio anche in politica.
A Nuoro il test più importante. A pesare sulla bilancia del risultato delle Province sarà Nuoro, storica roccaforte rossa: il centrodestra con Luigi Crisponi punta a spodestare il Pd e Deriu. Se ce la dovesse fare, la vittoria conterebbe il doppio: per dire, se nelle Province dovesse finire 4 a 4 e il centrodestra vincesse a Nuoro, la vittoria generale sarebbe sua.
Il peso politico dei Comuni. Stesso discorso, per Nuoro, vale nella sfida tra i poli sulla conquista dei Comuni. Nel primo turno il centrosinistra ha riconquistato Sassari e ha perso Quartu. Ora, oltre che a Nuoro, si vota per decidere su Iglesias, Porto Torres e Sestu. Ovunque cinque anni fa aveva vinto il centrosinistra. Si viene da un 6 a 0 e in queste elezioni il risultato provvisorio dopo il primo turno è di 1 a 1.
Grande incertezza nei pronostici. A causa dell’incognita astensionismo, nessuno fa previsioni. In sei ballottaggi su sette (a Porto Torres se la vedono due coalizioni di centrosinistra), il centrodestra è risultato avanti nel primo turno. Ma alle provinciali, il secondo turno è una nuova elezione sotto tutti i punti di vista, perché pesa molto la figura dei candidati presidenti, mentre nel primo turno, dato che non c’è il voto disgiunto, contano di più i voti di lista e quelli ai candidati consiglieri.
Il peso dei candidati ribelli. L’esito di alcune elezioni sarà condizionato dagli scontri interni ai partiti e alle coalizioni. A Nuoro Provincia e Comune quanto inciderà ancora il caso Arbau? E a Cagliari, i ribelli di Massidda potrebbero favorire Milia nel recupero su Farris?
Esame politico, soprattutto per Cappellacci. In queste elezioni si sono impegnati molto i big nazionali del centrosinistra (Pierluigi Bersani in prima fila) sperando di dare un segnale di inversione di tendenza a livello nazionale. A guardare ai risultati è soprattutto il presidente della Regione: Ugo Cappellacci, giovedì nell’aula del Consiglio, ha recuperato l’appoggio della maggioranza sul caso dell’inchiesta giudiziaria sull’eolico, ma ora è alle prese con gli ultimatum dei dissidenti e con le richieste di rimpasto in giunta (con ingresso dei politici al posto di quasi tutti i tecnici). Se il centrodestra dovesse perdere le elezioni, Cappellacci si vedrebbe costretto ad anticipare operazioni che forse preferirebbe rimandare a dopo l’estate. In caso di vittoria, sarebbe meno pressato.
Il vertice del Pdl sardo rischia a Cagliari. L’irrisolto scontro tra il candidato ufficiale Giuseppe Farris e il senatore ribelle Piergiorgio Massidda (10% al primo turno) peserà come un macigno se il centrodestra dovesse perdere la sfida all’uscente Graziano Milia. Perché, secondo quanto raccontato dal diretto interessato, Silvio Berlusconi aveva candidato Massidda, mentre a imporre Farris è stato il vertice sardo (Mariano Delogu, Mario Diana e Claudia Lombardo, d’intesa con Ugo Cappellacci) in rapporto con Denis Verdini e Claudio Scajola. Se Farris dovesse perdere, nel Pdl potrebbe succedere un terremoto.
Meno traumi nel Pd, isolati i ribelli. Il segretario democratico Silvio Lai è quello che si è speso di più per i ballottaggi: ha ottenuto un rafforzamento della coalizione a Nuoro, dove è riuscito a ridimensionare Efisio Arbau proprio portandogli via gli alleati principali. E a favore dei candidati presidenti e sindaci, il partito è riuscito a fare un appello unitario, compresa la componente di Renato Soru. Lo scontro interno potrebbe però riaprirsi in maniera seria in caso di sconfitta, soprattutto a Nuoro.
Resta delicato il rapporto Pd-Idv. Grazie all’intervento del coordinatore regionale Federico Palomba, a Nuoro i dipietristi, che al primo turno si erano presentati con i ribelli di Arbau, hanno fatto l’apparentamento per la Provincia e l’accordo politico (impegno per il vice sindaco) al Comune. Nessun accordo, invece, per la Provincia di Cagliari, dove l’Idv non ha fatto passi indietro rispetto alla denuncia della questione morale per via della condanna di Graziano Milia per abuso d’ufficio (reato comunque non contemplato nel codice etico del centrosinistra). Se Milia dovesse perdere, crescerebbe la tensione, ma il rapporto Pd-Idv non dovrebbe precipitare soprattutto se garantirà la vittoria a Nuoro.
Il risultato già acquisito: Province bocciate. Un responso le amministrative 2010 lo hanno già dato sin dal primo turno: con un crollo dell’11% dell’affluenza, infatti, i sardi hanno messo in crisi l’istituzione provinciale. I nuovi eletti - dopo la delusione della prima esperienza dell’isola divisa in otto - dovranno dimostrare di essere a capo di enti utili.