Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Il centrodestra sardo non chiama i big nazionali»

Fonte: La Nuova Sardegna
14 giugno 2010

SABATO, 12 GIUGNO 2010

Pagina 5 - Sardegna

La strategia della coalizione di maggioranza rispetto all’offensiva dell’altro schieramento 

CAGLIARI. Annunciato sin dal primo turno, Silvio Berlusconi non si è visto neanche per i ballottaggi. «Quando si tratta di elezioni locali in cui bisogna parlare dei dettagli - dice il coordinatore regionale del Pdl, Mariano Delogu - è giusto che la campagna elettorale la facciano i dirigenti locali assieme ai candidati». Ma Berlusconi si era impegnato parecchio, un anno e mezzo fa, a sostegno di Ugo Cappellacci. «Per le Regioni - afferma Delogu - il discorso è diverso, molto più politico, e quelle elezioni erano un test importante in cui è giusto che il partito si schieri pienamente».
Sarà per gli scontri interni (a Cagliari non è stato risolto quello tra il candidato ufficiale Giuseppe Farris e il senatore ribelle Piergiorgio Massidda), sarà per le battaglie parlamentari sul ddl-bavaglio e gli impegni del governo, fatto sta che per il secondo turno non è sceso in campo neanche un esponente nazionale del centrodestra. E la linea separatista («ai problemi della Sardegna ci pensiamo noi») è stata forse improvvisata per coprire e giustificare le assenze. Delle quali il capogruppo regionale del Pdl, Mario Diana, non ne fa certo un dramma. «Sappiamo tutti - spiega - che l’unico leader che davvero è in grado di spostare voti con la sua presenza è Berlusconi».
Il centrodestra regionale con i suoi dirigenti ha chiuso la campagna elettorale nel Cagliaritano, tra Sestu e Settimo San Pietro. «C’è grande entusiasmo», dice Delogu. Pensate di vincere la sfida generale col centrosinistra? «Come nel calcio evito i pronistici, per scaramanzia», risponde.
Il fai-da-te dei centrodestra sardo è sicuramente piaciuto al leader dell’Uds, Mario Floris, il quale, anche nella campagna elettorale del primo turno, quando tutti aspettavano l’arrivo di Berlusconi, aveva detto un «no grazie» alle visite dei leader nazionali. Lo aveva fatto sia per convinzione nazionalitaria, sia per calcolo: non è un momento di grande fortuna per i big del Popolo delle libertà.
A maggior ragione è contento il leader sardista Giacomo Sanna, che anche giovedì, nell’aula del Consiglio regionale che discuteva del caso eolico, ha invitato il presidente della giunta, Ugo Cappellacci, a essere finalmente autonomo da Roma, sia dal governo sia dal Pdl.
I dirigenti sardi del centrodestra hanno però voluto smentire la critica ricevuta dal centrosinistra, quella su un presunto disimpegno. «Anzi - spiegano - siamo più battaglieri di prima». La sfida tra i due schieramenti (nel conteggio delle Province e dei Comuni maggiori) deciderà infatti anche gli equilibri interni. (f. per.)