In palio nel secondo turno tre Province e quattro fasce tricolori
Stavolta è tutto più semplice: uno vince e un altro perde, chi ha un voto in più diventa presidente o sindaco, e fine della partita. Oggi e domani torna alle urne mezza Sardegna (729.447 elettori, quasi la metà esatta rispetto al primo turno), per completare la tornata amministrativa: restano da assegnare tre Province (Cagliari, Nuoro e Ogliastra) e quattro Comuni (Nuoro, Iglesias, Porto Torres e Sestu). Gli 873 seggi sono aperti fino alle 22 di stasera, e domani dalle 7 alle 15: subito dopo inizierà lo spoglio delle schede.
Lo attendono con ansia tutti gli schieramenti, anche per le conseguenze sulla politica regionale. Perché sarà proprio l'esito dei ballottaggi a dare il significato politico delle elezioni 2010. Due settimane fa, per motivi diversi, i grandi poli hanno raccolto segnali d'allarme misti a qualche motivo di soddisfazione: a entrambi servirebbe ora un'affermazione netta negli spareggi, per far pendere la bilancia dalla propria parte.
IL PRIMO TURNO Pd e alleati si sono aggiudicati finora tre Province (Sassari, Sulcis, Medio Campidano), lasciandone due agli avversari (Oristano, Gallura). Uno a uno il risultato parziale nei Comuni con più di 15mila abitanti: Sassari ha confermato di preferire nettamente il centrosinistra di Gianfranco Ganau, a Quartu invece è cambiato radicalmente il vento, con la larga vittoria di Mauro Contini (Pdl).
Il centrodestra quindi ha già riguadagnato posizioni rispetto al 2005, quando perse in sette Province su otto e in tutti i principali Comuni. Ma se guarda alle Regionali 2009, non può esultare troppo: sulla base di quei risultati, avrebbe dovuto vincere praticamente ovunque. Ha diversi voti in meno il Pdl, superato come primo partito dell'Isola dal Pd: i democratici però faranno bene a non fidarsi troppo di questo primato, perché calano anche i loro consensi. Inoltre devono risolvere le loro contraddizioni interne, che a Nuoro hanno portato allo scisma della coalizione di Efisio Arbau: forte abbastanza da impedire la riconferma al primo turno di Roberto Deriu. Come balsamo tardivo sulle ferite del Pd, è arrivato l'appello di tutti i consiglieri regionali della coalizione, che hanno invitato a votare i candidati di centrosinistra ai ballottaggi: un appello firmato anche da Renato Soru e Francesca Barracciu, punti di riferimento di Arbau e dei suoi.
LE PROVINCE Se il duello nuorese è il più delicato sul piano politico, quello oggettivamente più importante si svolge a Cagliari: perché è la Provincia che, con quasi mezzo milione di elettori, rappresenta circa un terzo dell'intera Isola. E poi c'è l'Ogliastra, la più piccola delle otto Province: ma potrebbe essere quella che deciderà la prevalenza numerica di uno o dell'altro schieramento.
In tutti e tre i casi parte in vantaggio il candidato del centrodestra. A Cagliari Giuseppe Farris (Pdl) ha mancato la vittoria al primo turno per effetto dell'avventura solitaria di Piergiorgio Massidda, che è arrivato al 9 per cento. Parte comunque con 13 punti percentuali di vantaggio sul presidente uscente, Graziano Milia, del Pd. A Nuoro è Luigi Crisponi, a capo di una coalizione in cui il Psd'Az è il primo partito, a cercare il colpaccio ai danni del democratico Deriu: in questo caso il distacco del primo turno è stato inferiore ai sei punti, con l'escluso Arbau capace di sfiorare il 24 per cento. In Ogliastra, infine, il 31 maggio erano meno di 900 (2,7 per cento) i voti che separavano Sandro Rubiu (centrodestra) da Bruno Pilia (centrosinistra).
I COMUNI Centrodestra in vantaggio anche nelle sfide per i sindaci, a parte Porto Torres dove non è neppure in corsa: lì il primo cittadino uscente Luciano Mura (Pd) fronteggia l'assalto di Beniamino Scarpa, anche lui vicino al Pd ma soprattutto all'area soriana. Un po' lo stesso schema di Nuoro: Provincia e anche città, dove Alessandro Bianchi contende la poltrona che fu di Mario Zidda al candidato del centrodestra, Paolo Manca.
A Sestu e Iglesias i sindaci uscenti, entrambi di centrosinistra, devono rincorrere gli sfidanti: nel primo caso Aldo Pili segue di appena il 2 per cento Antonello Mura, nel secondo Pierluigi Carta ha 15 punti di distacco da Paolo Fogu.
L'ASTENSIONISMO I risultati del primo turno sono indicativi, ma fino a un certo punto: perché è prevedibile che cali ancora l'affluenza, rispetto a quella già bassa del 30 e 31 maggio. Allora andò a votare, nelle Province, appena il 56,75 per cento. Addirittura meno del 50 in Provincia di Cagliari. Se si assisterà a un ulteriore crollo, si avranno presidenti eletti da una minoranza. Non certo un segnale di fiducia nella politica sarda e nei suoi protagonisti.
GIUSEPPE MELONI
13/06/2010