Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Farris e Milia, il nodo delle alleanze

Fonte: L'Unione Sarda
14 giugno 2010


A Cagliari saranno forse decisivi i sostenitori di Massidda e Idv

 Al primo turno centrodestra in vantaggio di 13 punti. Preoccupa l'incognita dell'affluenza alle urne, prevista in calo.

 Lo sfidante o il detentore della poltrona in palio? Il vincitore del primo turno o l'inseguitore che è convinto di coronare la sua rimonta? Questi gli interrogativi che domineranno la due giorni di voto per l'elezione del presidente della Provincia di Cagliari. Al ballottaggio l'assessore comunale del capoluogo Giuseppe Farris (sostenuto da un'ampia alleanza di centrodestra, sardista e socialista) e l'uscente Graziano Milia, che può sostanzialmente contare sull'apporto di tutto il suo schieramento, anche se con l'Italia dei valori (che al primo turno aveva candidato Federico Palomba) non è stato raggiunto un accordo ufficiale ma solo sostanziale.
APPARENTAMENTI Nessuna delle due squadre in campo ha sottoscritto apparentamenti con i perdenti del primo turno, anche se non sono mancati i tentativi di assicurarsi il sostegno, nella speranza di arrivare al fatidico 51 per cento. Diverso l'approccio al turno di ballottaggio: i sostenitori di Farris dichiarano di partire dall'indiscusso successo del 30 e 31 maggio, quando il centrodestra ottenne oltre il 46 per cento delle preferenze, mentre la coalizione di Milia si attestò attorno al 33. Un vantaggio soprattutto psicologico, che viene però contestato dal presidente uscente. In ognuna delle apparizioni pubbliche delle ultime due settimane, infatti, ha ribadito che «si parte da zero a zero. Nel primo turno si votavano i candidati locali, nel secondo il confronto è tra candidati presidenti. E in quello credo di aver buon gioco».
RISCHIO ASTENSIONISMO I fattori che determineranno il risultato saranno soprattutto due: l'affluenza alle urne (o, sarebbe meglio dire, il forte astensionismo previsto) e il comportamento in cabina elettorale dei sostenitori dell'Idv, della lista Massidda e delle altre “minori” esclusi dopo il primo turno. Secondo gli esperti di flussi elettorali delle due coalizioni, il rischio è quello di un ulteriore crollo dell'affluenza: due settimane fa si arrivò a non sfiorare nemmeno il 50 per cento, mentre per la prossima due-giorni le previsioni sono ancora più catastrofiche. «Tra il 23 e il 27 per cento», si dice da entrambe le parti. Il 30, se le cose andassero bene. Circostanza che, se confermata, rischia di stravolgere tutte le previsioni. Nel senso che sia l'eventualità di un successo ancora più largo del centrodestra sia una possibile rimonta della coalizione avversaria potrebbe essere condizionato da un difforme spostamento degli elettori sul versante dell'astensionismo.
LE ALLEANZE Un discorso a parte merita la questione delle alleanze. Importante, per il centrodestra, la dichiarazione ufficiale del senatore del Popolo della libertà Piergiorgio Massidda: pur infastidito dai dissidi che lo hanno portato a guidare un'alleanza alternativa, ha assicurato il suo sostegno a Giuseppe Farris. Precisando, però, di non poter garantire quello dei suoi compagni di avventura. Una sortita che ha aperto uno scenario che potrebbe essere preoccupante per il centrodestra ufficiale. Msi e Forza Paris hanno già dichiarato, più o meno ufficialmente, di essere schierati dalla parte di Milia. E c'è chi giura che, pur in assenza di un endorsment ufficiale, anche a molti altri attivisti dello schieramento che ha sostenuto Massidda non saranno dispiaciuti da un'eventuale sconfitta di Farris.
VERSANTE IDV Più tranquillo, almeno sulla carta, dovrebbe essere Milia sul versante dell'Italia dei valori: Federico Palomba, in più di un'occasione, ha detto che il suo partito vuole opporsi a una vittoria della destra. Ma è pur vero che, nella base, il malessere nei confronti della candidatura del presidente uscente non si è mai sopito. Soprattutto in ragione della condanna, in secondo grado, per abuso d'ufficio.
ANTHONY MURONI

13/06/2010